27 ottobre 2005
Tags : Robert. Laughlin
Laughlin Robert
• Nato a Visalia (Stati Uniti) il primo novembre 1950. Fisico. «Quando dice che vuole reinventare la fisica dalle fondamenta, il professor Robert Laughlin fa sul serio. Nobel per la fisica nel 1998, docente all’università californiana di Stanford e direttore del Kaist di Seul, uno degli atenei più avanzati nello studio ingegneristico, Laughlin è una stella nel firmamento della fisica. [...] più simile ad un giocatore di rugby che a un topo di laboratorio, sostiene che non c’è nessuno d’intoccabile nell’empireo scientifico. Semplicemente perchè ”un empireo scientifico sarebbe una contraddizione in termini”. [...] Perché reinventare la fisica? ”Nella fisica è in corso una battaglia ideologica. Da una parte ci sono i teorici sostenitori ’’un approccio quasi religioso ai problemi, quelli che prima viene l’idea e poi la dimostro. Dall’altra gli scienziati come me, convinti che qualsiasi intuizione vada prima sperimentata. Lo racconto anche in una delle mie vignette: l’effetto della gravità studiata da Newton su una mela sarebbe diversa se le mele in caduta fossero centinaia...”. Da come la racconta, la fisica assomiglia molto alla politica. ” vero. E nel mondo contemporaneo è in corso la medesima battaglia tra fanatici dell’ideologica e pragmatisti. Basta pensare alla teoria della guerra preventiva che ha portato il mio paese in Iraq... Ma che la società sia pregna d’ideologia non mi sorprende: è stato il virus del Novecento. Il problema è se questa malattia contagia la fisica e la rende divina, indiscutibile [...] Al Kaist di Seul, dove trascorro molto tempo, ho conosciuto Hwang Woo Seok, lo studioso che ha clonato la prima cellula umana. Sono un suo grande sostenitore, quel tipo di ricerca può dare risultati importantissimi nella cura di molte malattie. Credo che la vita non inizi con il concepimento, ma che l’individuo si formi gradualmente attraverso un’organizzazione gerarchica di cellule. L’uomo è la totalità che riconosciamo guardandolo a distanza, come un quadro di Monet: se lo osservassimo da vicino noteremmo solo pennellate senza senso [...] c’è una corrente antimodernista che attraversa la società occidentale, quasi scavalcando all’indietro l’illuminismo. Credo che sia tipico delle democrazie, dove le persone sono libere di sbagliare e devono sbagliare prima di capire. Un giorno scopriremo che i nostri malati vanno a curarsi in Corea e riconosceremo l’errore [...] Il darwinismo è una teoria altamente plausibile. Detto questo però, la controffensiva dei creazionisti non mi preoccupa. L’indottrinamento smaccatamente ideologico funziona meglio sugli adulti che sui ragazzi: i giovani sono troppo svegli. Ho molti amici cresciuti nell’ex Urss e nessuno di loro ha mai preso sul serio la teologia marxista-leninista [...] La tecnologia produce macchinari incomprensibili e ne tiene i meccanismi celati per venderli bene sul mercato. La scienza dovrebbe fare l’opposto, svelare i segreti. Per questo sono un nemico giurato di Microsoft e dei brevetti intellettuali, per il computer utilizzo solo programmi open source. Gli scienziati dovrebbero fare altro per guadagnarsi da vivere e lasciare la mente lontana dalle logiche di mercato [...] Tengo una rubrica su un quotidiano di Seul, il Closun Ilbo. Magari potrei fare il giornalista, o il compositore...”» (Francesca Paci, ”La Stampa” 27/10/2005).