MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 26 ottobre 2005
Non lasciate che il pensiero costante della realtà soffochi la vostra immaginazione». Una frase del genere, che il Niac ha preso come motto, presenta bene Robert (Bob) Cassanova, direttore della struttura di ricerca Nasa
Non lasciate che il pensiero costante della realtà soffochi la vostra immaginazione». Una frase del genere, che il Niac ha preso come motto, presenta bene Robert (Bob) Cassanova, direttore della struttura di ricerca Nasa. Lo abbiamo sentito per qualche commento. Tra i progetti sui quali il Niac lavora, quali pensa saranno i primi ad essere realizzati concretamente? «La biotuta ha destato grande interesse sia nella Nasa che in altre istituzioni. Ma ci sono altri progetti che hanno buone probabilità di essere applicati nei prossimi 10-15 anni. Ad esempio l’ascensore spaziale, i sistemi tethered rotanti a scambio di momento (la fionda spaziale, ndr) ed anche un certo numero di nuove idee sul supporto vitale per esseri umani sbarcati su altri pianeti. Un’altra categoria di concetti che potranno avere un impatto significativo è poi quella delle ”bolle di plasma” (campi magnetici disposti attorno ad un’astronave, che si comporterebbero come il campo magnetico terrestre, intrappolando le particelle atomiche del vento solare e ricevendone una spinta, oltre a proteggere gli astronauti, ndr). C’è da dire che non è soltanto una questione di finanziamenti. Abbiamo bisogno di denaro, è vero, e sarà veramente tanto nel caso dell’ascensore spaziale, ma ci vuole anche l’impegno di una leadership carismatica e di imprenditori visionari». La missione del Niac è di concentrarsi su ciò che si può realizzare entro 40 anni. Ma, superando per un attimo questo limite e guardando al futuro remoto, lei pensa che potranno esserci innovazioni tali in fisica da permettere il viaggio interstellare? «Come abbiamo imparato negli ultimi cento anni, le ”leggi” della fisica possono rivelarsi semplici ”suggerimenti” su come la natura funziona. La comprensione dei fenomeni fisici che avevamo nel 1900 ci sembra primitiva, estremamente differente da quella che abbiamo nel 2005. Sono certo che continueremo a svelare ancora i misteri della fisica, e i prossimi cento anni porteranno a grandi balzi in avanti, che oggi esistono solo nella nostra immaginazione». In un’epoca come la nostra, dove alla scienza viene sempre più spesso chiesto di ottenere risultati pratici, applicabili subito alla vita reale, finanziare certe ricerche sembra decisamente difficile. «Io penso che la comunità scientifica non debba mai dimenticare che la creatività e l’immaginazione, ispirate dalla curiosità e dall’eterna ricerca di nuove conoscenze, sono necessità, non lussi superflui».