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 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

Chiunque può vedere quanto sia scomoda ed ingombrante una tuta spaziale. una vera astronave in miniatura, dove c’è dell’aria (in realtà ossigeno puro) che mantiene la giusta pressione su tutto il corpo, proteggendo l’astronauta dal vuoto dello spazio

Chiunque può vedere quanto sia scomoda ed ingombrante una tuta spaziale. una vera astronave in miniatura, dove c’è dell’aria (in realtà ossigeno puro) che mantiene la giusta pressione su tutto il corpo, proteggendo l’astronauta dal vuoto dello spazio. Ma non è detto che le cose debbano rimanere sempre così. Uno dei lavori più interessanti realizzati con il supporto del Niac riguarda una tuta in cui la pressione sul corpo non sia dovuta all’aria, ma al tessuto di cui è composta, con un’azione meccanica. Una vera seconda pelle, capace di premere su tutta la superficie corporea in modo da simulare l’effetto della pressione atmosferica. Il risultato: andare a spasso sulla Luna indossando qualcosa di simile ad una comune muta da sub. Ma ci vorranno materiali completamente nuovi, capaci ad esempio di dissipare efficacemente l’enorme calore che l’astronauta riceve nella parte della tuta esposta al sole, e riscaldare invece il freddo estremo delle parti in ombra. La biotuta sarà quindi capace di adattarsi all’ambiente in cui si troverà, anche se sarà ostile e micidiale come quello dello spazio. Per farlo sarà intessuta di meccanismi, compresi nanomotori che piegheranno ogni millimetro quadrato al momento e nel modo giusto per aiutare l’astronauta a muoversi e lavorare.