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 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

Per viaggiare nello spazio e coprire distanze come quelle interstellari ci vogliono enormi energie: niente a che vedere con quelle disponibili oggi, anche considerando gli eventuali motori atomici attualmente allo studio

Per viaggiare nello spazio e coprire distanze come quelle interstellari ci vogliono enormi energie: niente a che vedere con quelle disponibili oggi, anche considerando gli eventuali motori atomici attualmente allo studio. Dove si può trovare allora una grande quantità di energia a disposizione? Nello spazio stesso, potrebbe essere la risposta più semplice. Secondo la fisica quantistica, infatti, anche nel vuoto più assoluto si formano continuamente particelle atomiche, chiamate ”virtuali” perché appaiono e scompaiono senza lasciare traccia, come se non fossero mai esistite. Un ribollire continuo che lascia però sempre a zero il bilancio energetico dell’Universo. E se si potesse trovare un modo di tirare fuori quell’energia? Evitare che si annulli? I risultati sarebbero sorprendenti. Una vecchia immagine usata dai fisici è che nello spazio contenuto da una tazzina di caffé, anche nel vuoto più assoluto, potrebbe esserci abbastanza energia da far bollire tutti gli oceani della Terra. Il punto è che nessuno sa come fare a estrarla e utilizzarla. Eppure c’è un esperimento che funziona già: l’effetto Casimir. In particolari condizioni di laboratorio, si riesce a creare una ”asimmetria” nelle particelle virtuali. In pratica, nello spazio compreso tra due piccole lamine metalliche, ce ne sono di meno di quante non ne nascano al di fuori. Il risultato è che le due lastre, spinte dalle particelle in eccesso, si avvicinano tra loro. A vederlo sembra quasi magia: un movimento provocato dal nulla. Ma per ora non serve a niente: l’energia che si ricava deve essere successivamente spesa per riallontanare le lamine tra loro e ricominciare daccapo. Bilancio: sempre zero.