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 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

L’ammiraglio Yamamoto, comandante in capo della Marina Imperiale giapponese durante la Seconda guerra mondiale, è considerato un genio e uno stratega dalle eccezionali capacità, ideatore delle più ardite tattiche nel combattimento aeronavale

L’ammiraglio Yamamoto, comandante in capo della Marina Imperiale giapponese durante la Seconda guerra mondiale, è considerato un genio e uno stratega dalle eccezionali capacità, ideatore delle più ardite tattiche nel combattimento aeronavale. Grazie alla rilevanza tattica delle sue imprese, per quanto limitate alla prima fase del conflitto, è stato accostato da numerosi storici al grande ammiraglio inglese Nelson. Isoroku Yamamoto nasce a Nagaoka nel 1884, quando il padre è ormai cinquantaseienne (Isoroku, in giapponese, significa proprio 56). Educato in una scuola cattolica, il bambino si converte e, dopo un duro scontro con il padre, a 9 anni si fa battezzare con il nome di Stefano. Adottato da una famiglia agiata, viene avviato alla carriera militare. Frequenta l’Accademia Navale dove completa i corsi. Partecipa alla guerra russo-giapponese del 1905 nella quale riporta l’amputazione di due dita. Dal 1919 al 1921, quando gli Stati Uniti non sono ancora un paese nemico, frequenta l’Università di Harvard, dove studia a fondo la società, l’industria e il mondo militare americani. Nel 1925 è inviato negli Stati Uniti e in Europa come addetto militare e nel 1934 è nominato ammiraglio. questo un periodo in cui il Giappone respinge decisamente le limitazioni alla sua flotta contenute nel trattato di Washington (1922) e vara un progetto che prevede il riarmo del Paese, ormai palesemente in contrasto con gli Stati Uniti. Il Giappone ha infatti intrapreso una politica d’espansione, che ha coinvolto dapprima i Paesi dell’Asia orientale più sottosviluppati, come la Corea e la Cina, per poi estendersi alle numerose isole del Pacifico meridionale. Gli Stati Uniti cominciano così a nutrire preoccupazioni sempre maggiori per il crescente espansionismo giapponese,che si manifesta nelle continue conquiste territoriali e nell’installazione di governi fantoccio locali. Nel 1937 il Giappone apre le ostilità contro la Cina, dimostrando a tutto il mondo occidentale la propria superiorità militare, e anticipando l’invasione nazista della Polonia del ’39. Il 27 Settembre 1940, il Giappone entra a far parte del Tripartito, il famoso asse Berlino-Roma-Tokyo. Le relazioni con gli Stati Uniti sono sempre più tese tanto che, contrariamente a quanto si pensa, l’attacco giapponese del 7 Dicembre 1941a Pearl Harbor, orchestrato da Yamamoto, giunge tutt’altro che inatteso e dà il pretesto a Roosevelt per annunciare l’ingresso degli Usa in guerra. Contrariamente alle alte gerarchie giapponesi, Yamamoto è pessimista sull’esito a lungo termine del conflitto, ma al momento giusto sa offrire il meglio di sé: dall’agosto 1942 al febbraio 1943 ingaggia un sanguinoso braccio di ferro con gli americani nei pressi dell’isola di Guadalcanal, infliggendogli gravi perdite. Nonostante venga sconfitto alle isole Midway (giugno 1942), l’ammiraglio è ormai il nemico pubblico numero uno per gli Stati Uniti e la sua eliminazione fisica un’esigenza quasi irrinunciabile. Ed ecco la svolta: grazie a un libro con i codici segreti dei giapponesi, trovato addosso a un annegato, gli americani scoprono gli spostamenti di Yamamoto e gli tendono una trappola, abbattendo il suo aereo sulle isole Salomone. Le sue ceneri sono trasportate a Tokyo per le esequie e onorate in una solenne cerimonia, alla quale partecipano un milione di persone.