MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 26 ottobre 2005
Il 24 ottobre 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, l’esercito italiano subisce sul fronte orientale la più traumatizzante e cocente sconfitta della sua storia, cedendo di schianto al violento attacco degli austro-ungarici del generale von Below in prossimità di Caporetto
Il 24 ottobre 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, l’esercito italiano subisce sul fronte orientale la più traumatizzante e cocente sconfitta della sua storia, cedendo di schianto al violento attacco degli austro-ungarici del generale von Below in prossimità di Caporetto. Il nemico dilaga per tutto il Friuli facendo incetta di prigionieri e di armamenti e minacciando la stessa Venezia, mentre le nostre prime linee, dopo una strenua quanto disordinata difesa, si danno alla fuga travolgendo nel panico anche le retrovie, prima di attestarsi sulla linea del Piave, da cui poi partirà la controffensiva. Le gerarchie militari, guidate dall’allora Capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna, che dopo questa sconfitta fu rimosso e rimpiazzato dal generale Diaz, hanno sempre addossato la colpa della sconfitta alle truppe, accusandole di vigliaccheria. In realtà, come lo stesso nemico riconobbe a più riprese, i nostri soldati si batterono con valore e fecero quanto umanamente possibile, seppure stremati dalla vita di trincea e dalla scarsità di munizioni, rifornimenti e igiene. Gravi furono invece le responsabilità di Cadorna (scaricate anche sull’allora generale Badoglio), che non previde e non organizzò per tempo un passaggio dallo schieramento offensivo a quello difensivo, in modo che i vari reparti sapessero come schierarsi nuovamente in tempi ridotti in caso di attacco. Regnò la disorganizzazione, mancarono ordini chiari e un’opera di coordinamento tra i vari reparti, nonostante i giorni precedenti numerosi disertori nemici avessero rivelato nei minimi dettagli come e quando si sarebbe svolto l’attacco decisivo. La sconfitta ci costerà 11 mila morti, 29 mila feriti e 280 mila prigionieri. Austriaci e tedeschi erano però sotto assedio in tutta Europa e la controffensiva italiana portò allo storico successo di Vittorio Veneto e all’inizio della fine dell’Impero austro-ungarico. Ma questa è tutta un’altra storia.