MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 26 ottobre 2005
I primi esploratori, sbarcando in Madagascar, rimasero atterriti dalle urla che provenivano incessantemente dalla foresta
I primi esploratori, sbarcando in Madagascar, rimasero atterriti dalle urla che provenivano incessantemente dalla foresta. Urla non umane, urla di spettri, a loro giudizio. Di qui il nome lemure, dal latino lemures che significa ”spiriti della notte” (gli indigeni, però, li chiamano Babakoto, ”piccolo uomo”). Questi primati dalla vita perlopiù notturna, in effetti, lanciano grida penetranti che risuonano di continuo tra le cime degli alberi dove vivono nutrendosi di foglie, frutti, semi e germogli. Segnali vocali tanto vistosi, naturalmente, hanno un significato: servono per marcare il territorio. I lemuri, precursori delle scimmie nella scala evolutiva, sono infatti organizzati in ristretti gruppi familiari a conduzione matriarcale composti dalla femmina, dal maschio e dai piccoli. Mentre nel resto del mondo a essi subentrarono le scimmie e altri primati, nel Madagascar non subirono alcun tipo di competizione e furono perciò in grado di differenziarsi in molte specie: fino a poco tempo fa se ne contavano 47, ma due nuove specie sono state scoperte dai ricercatori dell’Università di Gottinga (Germania). La prima nuova specie è stata battezzata Mirza zaza (zaza, in malgascio, vuol dire bambino). Grande quanto uno scoiattolo, ha una lunga coda pelosa. L’altra, chiamata Microcebus lehilahytsara, marrone-arancio con una macchia bianca sul naso, è poco più grande di un topo. Le dimensioni variano da specie a specie: si va dai 30 grammi del lemure pigmeo-topo ai 10 chili dell’indri, lungo 60 centimetri. Il principale predatore dei lemuri è il fossa (Cryptoprocta ferox), simile a una iena, stretto parente degli antichi carnivori di 95 milioni di anni fa. Ma i problemi più seri per la sopravvivenza sono causati dal disboscamento: molte specie, comprese le due appena scoperte, sono in via d’estinzione perché la foresta originaria copre solo un’esigua porzione del territorio e il paesaggio è dominato da una savana steppica che si trasforma via via in un deserto di terra rossastra. Per fortuna le bestiole si riproducono in fretta. Il periodo di gestazione dura dai 90 ai 102 giorni, poi nascono 2 o 3 cuccioli: i piccoli restano attaccati alla pancia della madre per 3 settimane e si muovono solo per succhiare il latte. Poi, divenuti più pesanti, si spostano sulle spalle della madre fino a 5-6 mesi di età, quando termina lo svezzamento.