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 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

ICHINO

ICHINO Pietro Milano 22 marzo 1949. Giuslavorista. Politico. Nel 1979 eletto alla Camera, nel 2008 al Senato (Pci, Pd). Dirigente sindacale della Fiom-Cgil dal 1969 al 1972; dal 1973 al 1979 fu responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del lavoro di Milano. Ricercatore dal 1983 all’Università statale di Milano, dal 1986 al 1991 fu professore straordinario di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari; dal 1991 professore ordinario della stessa materia all’Università Statale di Milano. Nel 1985 assunse l’incarico di coordinatore della redazione della Rivista italiana di diritto del lavoro di cui nel 2002 divenne direttore responsabile. Dal 1997 editorialista del Corriere della sera. Le Nuove Brigate Rosse avevano elaborato un piano pea assassinarlo (vedi BORTOLATO Davide, DAVANZO Alfredo, SISI Vincenzo) • «[...] consigliere di amministrazione dell’Enav, l’ente di assistenza al volo, per un anno, nel 2001, chiamato dall’allora ministro dei Trasporti, Pierluigi Bersani, nel tentativo di riportare alla normalità un sistema di relazioni industriali impazzito. Missione che, racconta Ichino, si rivelò impossibile da portare a compimento e che indusse lo stesso giuslavorista a rassegnare le dimissioni. [...]» (Enrico Marro, ”Corriere della Sera” 26/10/2005) • «Dopo i proclami gridati a pugno chiuso dal gabbio dell’aula del tribunale, le Nuove Br sotto processo a Milano per banda armata prendono carta e penna e dal carcere attaccano [...] il giuslavorista Pietro Ichino, fra i primi obiettivi che il gruppo sgominato dalla Digos di Milano e Padova progettava di colpire. ”Ichino – scrivono nella lettera firmata Militari comunisti prigionieri e diffusa via email dagli amici e dai parenti – lamenta il danno di un attentato mai subito...”. Il riferimento è alla richiesta del giuslavorista di costituirsi parte civile nel processo che vede imputati di terrorismo Alfredo Davanzo e altri quindici militanti delle Nuove Br-Pcc. Una richiesta avanzata anche dal quotidiano Libero» nella stessa missiva definito ”fogliaccio di propaganda reazionaria”. ”Il professore Ichino – argomentano gli imputati – è noto capofila dei peggiori attacchi ai lavoratori, ideologo della liberalizzazione dei rapporti di sfruttamento e della precarizzazione del lavoro, distintosi in particolare per le sue prese di posizione contro gli operai metalmeccanici in lotta per il rinnovo del contratto e per la sua veemenza contro i presunti fannulloni del pubblico impiego, ora promotore del cosiddetto contratto unico che, se approvato, getterebbe nella precarietà dell’assenza dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori l’intera classe lavoratrice...” [...]» (Biagio Marsiglia, ”Corriere della Sera” 3/4/2008) • «[...] Sono 30 anni che i brigatisti se la prendono con chi studia il mondo del lavoro: da Tarantelli a Giugni, a Peschiera, a D´Antona, fino a Marco Biagi. Odiano chi progetta le riforme che possono far funzionare meglio il mercato del lavoro, il sistema delle relazioni industriali. Evidentemente pensano che la lotta armata trarrebbe giovamento da un sistema che funziona male [...]» (Carlo Brambilla, ”la Repubblica2 13/2/2007) • «[...] l’uomo è riservato e schivo ma appassionato e puntiglioso. [...] tre sono le questioni per Ichino ”cruciali”. La prima è la battaglia che da anni conduce, anche dalle colonne del Corriere della Sera, sulla riforma del pubblico impiego. Lì, spiega Ichino, vanno introdotti ”principi di trasparenza totale, misurazione, valutazione, premio al merito e sanzioni per chi non fa il suo dovere”. [...] Proprio a Ichino e al Dipartimento studi sul lavoro e il welfare che dirige all’università di Milano si è rivolto il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, per togliersi di dosso la ”maglia nera" di una macchina amministrativa che ha gli stessi dipendenti della Lombardia (ma la metà degli abitanti) e il più alto numero di assenze per malattia, in media 32 giorni l’anno. Due mesi di non lavoro, contando le ferie. Senza dire del numero esagerato di dirigenti, uno ogni dieci dipendenti, il doppio della media di settore. Ma la questione delle questioni, che segue il tracciato professionale di Ichino, è il mondo del lavoro e delle relazioni sindacali, regole e liturgie. ”Va spostato verso la periferia il baricentro del sistema della contrattazione collettiva – ribadisce ora il giuslavorista – bisogna consentire la sperimentazione al livello regionale e aziendale di modelli diversi rispetto a quello delineato nel contratto nazionale”. Sulla disciplina del contratto di lavoro Ichino propone una soluzione che si confronta molto da vicino con quel ”contratto unico” a tempo indeterminato ma reso flessibile per tutti i nuovi lavoratori dipendenti, al quale si stanno applicando anche Morando e Treu. Ichino pensa a un’intesa tra lavoratori e imprese: queste rinunciano alla giungla dei contratti ”atipici” e precari, sostituita da un contratto a tempo indeterminato per tutti i nuovi assunti, in cui la stabilità aumenta con l’anzianità di servizio. Tema sensibile e difficile, basta ricordare che nel 2002, contro la riforma dell’articolo 18, la Cgil di Sergio Cofferati portò al Circo Massimo a Roma milioni di manifestanti. Ma Ichino sottolinea che riforme simili dovrebbero oggi essere accompagnate da altre novità, adottando ”la strategia europea della flexicurity ”, coniugando flessibilità e sicurezza, ”servizi efficienti e sostegno nel mercato”. [...]» (Carlo Cinelli, ”Corriere della Sera” 7/4/2008) • Sposato con Costanza Rossi, due figli.