Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

DiDonna Leonardo

• Cosenza 28 ottobre 1932 • «[...] All’Eni fin dal 1957, fiscalista, direttore finanziario, poi vicepresidente, custode dei segreti più osceni dell’ente petrolifero dai tempi di Enrico Mattei, l’inventore del finanziamento occulto dei partiti definito “incorruttibile corruttore” [...] Ai bei tempi per le sue mani transitavano centinaia di miliardi di lire, parte dei quali diretti al finanziamento occulto dei partiti. Quando vollero sottrarre a lui e all’ala craxiana del Psi la madre di tutte le tangenti di allora, quella legata al contratto Eni-Petromin, scoppiò uno dei peggiori scandali politico-finanziari del dopoguerra [...] Corre il giugno del 1979, quando il presidente dell’Eni Giorgio Mazzanti, uomo della sinistra socialista di Claudio Signorile e Fabrizio Cicchitto, i cosiddetti lombardiani, dal nome del vecchio e onesto leader Riccardo Lombardi, firma un contratto con l’Arabia Saudita per una megafornitura di petrolio. Il contratto prevede una tangente “ufficiale” di 200 milioni di dollari di allora per tutto il periodo della fornitura da versare ai dignitari arabi. Ma, soddisfatti il presidente della Petromin e il principe Fahd Al Saud, una parte cospicua della tangente ufficiale doveva tornare segretamente in Italia, destinata alla sinistra socialista e alla Dc andreottiana, per sostenere la ricostituzione di un governo di solidarietà nazionale dopo le elezioni anticipate di giugno. Si trattava di sistemare cogenti questioni politiche e di influenzare meglio la stampa, cioè ribaltare la maggioranza craxiana nel Psi e rafforzare il controllo del “Corriere della Sera”, già nelle mani della P2 di Gelli e Ortolani. Mazzanti, piduista e socialista dell’ala di Signorile, tiene nascosti a Di Donna, piduista ma craxiano, i dettagli della tangente. E mal gliene incolse. Lo stesso Di Donna [...] raccontò così quel che successe: “[...] sono una persona piuttosto sveglia. E lo sa anche Mazzanti. Come faceva allora a pensare che io avrei accettato una questione così delicata senza conoscerne i dettagli? Insistevo a chiedere: perché vogliamo usare una società panamense per la provvigione? Poi l’ho capito. Perché il sovrapprezzo era una cosa un pochino diversa”. Non solo una provvigione estero su estero, ma una tangente che rientrava in Italia per condizionare gli equilibri di governo. Così Di Donna corre da Formica e da Craxi, suoi referenti, che scatenano l’inferno. Lo stesso Craxi ricostruì poi così i fatti nell’audizione alla Commissione P2 dell´8 febbraio 1984: “Quando noi sollevammo la questione Eni-Petromin... un attacco forsennato ci veniva da tutte le parti... Chi nell’ambito dell’establishment, che sembrava osservare le regole dell’omertà e della complicità, tenne una posizione ferma a sostegno della verità fu un dirigente dell’Eni che si chiamava Di Donna. Il segretario del Psi non fu rovesciato, il contratto andò in cavalleria, la tangente di centinaia di miliardi andò a finire in fondo al mare e noi mantenemmo nei confronti di Di Donna un atteggiamento di riconoscenza per la fermezza con la quale tenne quella posizione”. In realtà, la riconoscenza di Craxi non era dovuta solo all’avviso tempestivo di Di Donna, che permise di bloccare il progettato ribaltone di Signorile con il passaggio di De Michelis dalla sinistra ai craxiani, ma a ben altro. A ciò che fece saldare lo scandalo Eni-Petromin allo scandalo Ambrosiano e al famoso Conto Protezione a favore del Psi craxiano. Un fiume di denaro che correva attraverso il Banco Ambrosiano. In due anni, Di Donna e Florio Fiorini, direttore finanziario dell’Eni, fecero transitare nella banca di Calvi e della P2, in quel momento vicini al Psi craxiano, 167,5 milioni di dollari di allora, più 100 milioni di franchi svizzeri, con un collaudato sistema di speculazione sui cambi. Ma la bulimia socialista - e non solo socialista - e la crisi di Calvi, fino al suo assassinio sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra, fecero precipitare la situazione. Fiorini l’ha raccontata così: “Al momento della notizia sulla famosa annotazione di Gelli sul Conto Protezione, cui era seguito un avviso di garanzia a lui e a me, avevo avuto una lite furibonda con Di Donna, che si era messo in operazioni del cazzo. Per di più, ne avevano informato i loro amici di grembiulino”. Fiorini giura che per quindici anni e fino ad allora avevano gestito il finanziamento dei partiti “come un orologio”, con la speculazione sui cambi. Un sistema “a prova di bomba, dal Libano alla Svizzera”. C’era una “cordata” di amici, Fiorini e Di Donna all’Eni, e altri cinque in grossi gruppi e banche europee. Li chiamavano la banda dei sette ed erano il terrore delle banche centrali. Mutatis mutandis, una specie di nonni dei furbetti del quartierino. “Ogni tanto - ha poi raccontato Fiorini - mi chiamava il dottor Geronzi, responsabile dei cambi di Bankitalia, in codice dottor Koch: non le sembra che stiate un po’ esagerando? Capitava però di quando in quando di dare una mano. Eravamo quindi tollerati”. Nel 1982, Craxi e De Michelis fanno carte false per portare Di Donna alla presidenza dell’Eni. De Michelis, ministro delle Partecipazioni statali, pretende le dimissioni del presidente democristiano Alberto Grandi, che era succeduto a Mazzanti, travolto dallo scandalo Eni Petromin. Ma il presidente della Repubblica Sandro Pertini si oppone fieramente: “Mai cariche pubbliche a chi è implicato nella P2”. Vent’anni dopo, a cominciare da Palazzo Chigi, si apre una corsia preferenziale per chi fu implicato nella P2. Lasciato l’Eni, Di Donna si fece piazzare all’Acqua Marcia, una società allora partecipata. [...]» (Alberto Statera, “la Repubblica” 26/10/2005).