MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 25 ottobre 2005
Le dimensioni dello spazio in cui viviamo non sarebbero tre, ma sei. L’astrofisico Joseph Silk dell’Università di Oxford è arrivato alla sorprendente conclusione studiando la materia oscura, la cui presenza nell’Universo è dedotta dagli effetti gravitazionali sulle stelle visibili
Le dimensioni dello spazio in cui viviamo non sarebbero tre, ma sei. L’astrofisico Joseph Silk dell’Università di Oxford è arrivato alla sorprendente conclusione studiando la materia oscura, la cui presenza nell’Universo è dedotta dagli effetti gravitazionali sulle stelle visibili. Silk ha osservato il comportamento della materia oscura, sia che si trovi in ”piccole” galassie o in enormi ammassi di galassie: nelle piccole risente fortemente della sua stessa attrazione; negli ammassi, se succedesse lo stesso, si produrrebbero nuclei di materia oscura più grandi. Ma, in base alle rotazioni degli ammassi, è stato calcolato che ciò non si verifica. Il fenomeno è molto strano: come se le mele cadessero più veloci da un albero singolo che dai meli in un bosco. Gli studiosi ipotizzano la presenza di 3 dimensioni aggiuntive (accanto alle 3 note): questo spiegherebbe lo strano comportamento.