MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 25 ottobre 2005
Una sostanza scoperta dal Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Firenze promette di diventare una formidabile arma contro la malaria, che secondo l’Oms affligge 500 milioni di persone soprattutto nelle regioni tropicali (ne uccide ogni anno 2,7 milioni) e che, a causa dei cambiamenti climatici, ora minaccia anche Paesi dov’è stata debellata, Italia ed Europa comprese
Una sostanza scoperta dal Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Firenze promette di diventare una formidabile arma contro la malaria, che secondo l’Oms affligge 500 milioni di persone soprattutto nelle regioni tropicali (ne uccide ogni anno 2,7 milioni) e che, a causa dei cambiamenti climatici, ora minaccia anche Paesi dov’è stata debellata, Italia ed Europa comprese. Si tratta del risultato di un nuovo approccio per l’uso dell’Artemisinina, sostanza estratta dall’Artemisia annua (pianta molto comune in Cina) e già noto potente salvavita - 95 per cento dei casi - contro la forma più grave di malaria, provocata dal Plasmodium falciparum. Studi dell’équipe di Franco Vincieri hanno dimostrato che in sinergia con i flavonoidi (polifenoli antiossidanti, presenti in frutta e verdura) l’Artemisinina non solo reagisce 10 volte più in fretta, moltiplicando le possibilità di successo, ma può essere prodotta a costi assai minori.