MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 25 ottobre 2005
Bella e supersexy. Così la giudicano i maschi, mentre le donne darebbero chissà cosa per avere il suo volto, il suo corpo, i suoi capeli
Bella e supersexy. Così la giudicano i maschi, mentre le donne darebbero chissà cosa per avere il suo volto, il suo corpo, i suoi capeli. Ma Sabrina Ferilli ha mai sofferto di insicurezze, magari da adolescente? «Altroché. Da bambina ero una Maradona al femminile: attaccatura dei capelli bassa, pelosa come la figlia di Fantozzi, massiccia come un lottatore... un vero disastro. Ricordo che negli anni prima dello sviluppo, il mio pediatra, vero luminare e amico di famiglia, mi consolò con queste parole: ”Pensa che i brutti anatroccoli, crescendo, diventano sempre belli, mentre il contrario (cioè che i bambini belli restino belli anche da grandi) non succede altrettanto di frequente”». Crescendo, però, le cose sono migliorate... «Crescendo m’è venuto un seno grosso, pesante, che ancor oggi è fonte di complessi. Non sapevo se stare gobba per nasconderlo o dritta per mostrarlo. Piacevo agli uomini molto più grandi di me - 30, 40, persino 50 anni - ma i miei compagni di scuola mi prendevano in giro (’Ammazza che bocce!”) come se portassi gli occhiali o l’apparecchio ai denti» . E adesso? Gli italiani la adorano, dovrebbe essere finalmente fiera delle sue curve morbide e generose... «Sono la dimostrazione che la donna anoressica funziona per un servizio di moda, ma quando gli uomini devono scegliere preferiscono un fisico formoso. E magari apprezzano che, oltre a un seno quinta misura, ho anche una testa e dico ciò che penso».