MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2005, 25 ottobre 2005
Considerata il più antico frutto del mondo, la banana fu citata per la prima volta in alcuni testi buddisti e indiani del 500 a
Considerata il più antico frutto del mondo, la banana fu citata per la prima volta in alcuni testi buddisti e indiani del 500 a.C.. Plinio il Vecchio riferì che i saggi indiani, filosofeggiando all’ombra d’un banano, si nutrivano solo del suo frutto. Nel XVIII secolo la banana fu classificata da Linneo con il nome di Musa sapientium (la musa dei saggi), ma ”musa” è solo il nome originale, con cui è conosciuta in India e Somalia. Nel VII secolo i mercanti arabi la portarono nell’Africa occidentale, dove prese vari nomi: bana, gbana, abana, funana, bunana. Quando all’inizio dell’Ottocento i primi frutti provenienti dall’America Centrale arrivarono negli Stati Uniti, la folla accorsa alle banchine dei porti di New York e di Boston ne rimase incantata. E all’Esposizione di Filadelfia del 1876 centinaia di americani si misero in coda per assaggiarla per la prima volta. Oggi è uno dei frutti più amati nel mondo: ricca di potassio, contiene anche le vitamine A, B e C ed è anche una buona fonte di niacina, riboflavina e tiamina, componenti del complesso vitaminico B. Ha un basso contenuto di sodio, è priva di colesterolo e non ingrassa: una banana di 15 centimetri contienecirca 85 calorie, come un’arancia o una mela. Il banano non è un vero albero (il tronco è formato dalle parti basali delle foglie), ma un’erba gigantesca che può raggiungere i dieci metri d’altezza. All’inizio è un germoglio sotterraneo che cresce sul rizoma di un esemplare adulto. In Asia si pensa che la pianta sia un dono di Dio agli uomini, perché, lasciata senza cure, si rigenera da se stessa, offrendo cibo e riparo a chi la trovi.