lettera al Corriere della Sera, 21/10/2005, 21 ottobre 2005
«Caro Romano, l’Istat indica all’11,7 per cento la percentuale delle famiglie povere in Italia, rispetto al 10,8 dell’anno precedente
«Caro Romano, l’Istat indica all’11,7 per cento la percentuale delle famiglie povere in Italia, rispetto al 10,8 dell’anno precedente. Lo stesso Istituto registra una diminuzione della disoccupazione, nello stesso periodo, di circa un punto percentuale. Risultato: la povertà aumenta con l’aumento del lavoro. Avevo sempre creduto che il lavoro portasse ricchezza! Ma l’indice di povertà si basa sulla capacità di spesa delle famiglie, la cui soglia è di 919 euro per nuclei di due persone. Ho pensato che, forse, le famiglie tendono a spendere di meno perché stanno risparmiando di più, ma lo stesso Istituto segnala una diminuzione del risparmio delle famiglie. Ho pensato allora che si lavorasse di più, ma si guadagnasse di meno. A questo punto mi sorge un quesito: se alle famiglie rimane così poco della ricchezza prodotta, dove andrà la rimanenza? Giuliano Massaro»