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 2005  ottobre 24 Lunedì calendario

Gavuzzo Enrico, di anni 62, biologo, ricercatore del Cnr, e la moglie Sybille Nerger, tedesca, restauratrice, di anni 45

Gavuzzo Enrico, di anni 62, biologo, ricercatore del Cnr, e la moglie Sybille Nerger, tedesca, restauratrice, di anni 45. Uccisi entrambi dal figlio Federico, di anni 15, in cura da un paio d’anni presso un centro di neuropsichiatria infantile. Ore 17.25: tutti e tre sono in casa, gli altri due figli, di 6 e 11 anni, sono a scuola dalle suore. Federico prende una pistola calibro 22, regolarmente denunciata dal padre, che aveva un porto d’armi per uso sportivo. Va in salotto, dove c’è il padre e gli spara due volte alla schiena. Altri due proiettili vanno a vuoto. L’uomo, agonizzante, chiama il 118: «Mio figlio mi ha sparato, sto morendo, correte». Il centralinista lancia l’allarme, poi sente due o (secondo altri) tre spari. Ore 17. 28. La madrfe entra in salotto, Federico le punta contro la pistola. La madre scappa in cucina, il figlio la insegue. La donna si affaccia alla finestra, urla: «Madonna mia, aiutatemi» (vede tutto una signora cinese, che abita nel palazzo di fronte). Federico afferra la madre per le spalle e la riporta dentro. Le spara al collo. Il figlio sale la scala a chiocciola che porta al terrazzo. Si siede sul davanzale, vicino ci sono le parabole dei satelliti. Ha in pugno la pistola, che ha già sparato cinque volte. Un poliziotto in borghese, Andrea Cirillo, di anni 31, si avvicina al ragazzo. Federico è rabbioso: «Sono una feccia, ho ucciso i miei genitori, adesso sparatemi». Cirillo prova a dire una bugia: «Non ti preoccupare, sono soltanto feriti, si salveranno. Arrenditi, sei minorenne, non ti succederà nulla». Sulla terrazza sale anche la zia, lo chiama col nomignolo che usava da bambino. Poi uno psicologo le dà un consiglio: lo sgridi adesso. E la zia: «Adesso basta, capito? Hai combinato abbastanza guai!». Federico tentenna, Cirillo ne approfitta: scavalca il balcone, gli si avvicina, lo disarma. In manette, non piange. Chiede ai poliziotti: «Posso lavarmi le mani?». Si scopre che le mani se le lava di continuo, che ha la fobia dello sporco. Roma, via Turati 155 (Stazione Termini), martedì 18 ottobre, pomeriggio.