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 2005  ottobre 24 Lunedì calendario

DiFazio Umberto

• Catania 5 novembre 1962. Mafioso. Arrestato nell’ottobre 2005 • «Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nel casolare, lui non si è scomposto neppure per un attimo. Anzi, si è complimentato con chi gli metteva le manette e non ha opposto resistenza. Qualche minuto ancora e Umberto Di Fazio[...] ricercato in tutta Europa ed inserito nell’elenco dei 30 latitanti di massima pericolosità che fanno parte del programma speciale di ricerca, sarebbe sfuggito all’arresto lasciando quel rustico nelle campagne di Agira, in provincia di Enna, per tornare al suo nascondiglio abituale. Nel casolare l’uomo, considerato il reggente del clan Santapaola in provincia di Catania, aveva cenato in compagnia di altri tre uomini: suo cugino, Giuseppe Di Fazio, Giuseppe Giannetto [...] e l’imprenditore Michele Stivala [...] Una scalata, quella di Di Fazio nei ranghi di Cosa Nostra, che secondo gli inquirenti è lunga oltre un ventennio. il 94 quando finisce in carcere per la prima volta, dopo essere stato bloccato con una bottiglia incendiaria in auto che doveva servire a compiere un attentato a scopo di estorsione. Il suo nome compare nel processo ”Orsa Maggiore”. E proprio in quel periodo di lui parla il pentito Maurizio Avola, che accusa Di Fazio di aver fatto parte del commando mafioso che nel ’92 assassinò l’ispettore di polizia Giovanni Lizzio. Col tempo Umberto Di Fazio, sottolineano i magistrati, acquisisce il controllo totale degli affari illeciti della famiglia Santapaola, gestendo i più importanti appalti pubblici e le estorsioni alle ditte incaricate dei lavori nell´intera provincia di Catania grazie anche ad amicizie politiche. Nel 2000, quando ancora non era ricercato, il boss venne fermato assieme ad un consigliere provinciale di Catania che disse di ”essere suo amico”. L’ascesa ai vertici del clan gli procura non pochi nemici anche al suo interno. Così [...] Di Fazio sfugge per miracolo ad un agguato deciso per contrasti nell’ambito della gestione della cassa comune delle estorsioni. In seguito la ”famiglia” non desiste. E il nome di Di Fazio compare in uno dei ”pizzini” del capo dei capi di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, trovato addosso al capomafia Nino Giuffrè, poi pentito. A Giuffrè i boss catanesi chiedono il permesso di poter uccidere Di Fazio. Sarà il pentito poi a spiegare ai magistrati che il gruppo di La Rocca chiedeva di uccidere Di Fazio per contrasti nella gestione degli appalti» (Michela Giuffrida, ”la Repubblica” 24/10/2005). «[...] ”Specializzato” in estorsioni e gestione degli appalti truccati, nella sua carriera di mafioso ci sono anche gli omicidi. Per uno in particolare, quello di Marsegno Celano, era stato condannato all’ergastolo in appello [...] Il pentito Claudio Severino Samperi nel 1993 raccontava ai magistrati catanesi che faceva parte di una delle sette squadre di fuoco dei santapaoliani, in quegli anni protagoniste di una cruenta guerra di mafia con decine di morti ammazzati. Uno di questi delitti, quello di Carmelo Calogero del clan dei Ferrera, fu trasmesso via radio dal gruppo di fuoco ai vertici del clan Santapaola per dare prova ”in diretta” che tutto era andato per il verso giusto. [...]» (Fabio Albanese, ”La Stampa” 24/10/2005).