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 2005  ottobre 21 Venerdì calendario

SHAMMAH Andrée Ruth

SHAMMAH Andrée Ruth Milano 25 giugno 1948. Regista. Direttore del Teatro milanese Franco Parenti • «Dopo un’esperienza di assistente al Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e Paolo Grassi negli anni ’60, nel 1972 fonda e dirige a Milano, insieme a Franco Parenti, il Salone Pier Lombardo, di cui dal 1989 è responsabile unica. Intorno a questo spazio, concepito come spazio polivalente, coinvolge una serie di intellettuali tra i quali principalmente lo scrittore G.Testori che resterà un punto di riferimento della sua carriera, firmando l’allestimento della Trilogia (Ambleto nel ’73, Macbetto nel ’74, Edipus nel ’77) e più avanti L’Arialda e I Promessi Sposi alla prova. Sue quasi tutte le regie firmate nel Salone Pier Lombardo oggi Teatro Franco Parenti), all’inizio per un attore come Franco Parenti: Georges Dandin, Gran can can, Willibalhd e Oloferne, Il gigante nano, Il misantropo, La doppia incostanza, Il maggiore Barbara, Il bosco di notte. In anni più recenti e subito dopo la morte di Franco Parenti ha lavorato soprattutto su grandi temi come il mito, il genere epico, la favola con spettacoli come Peter Pan, cavalieri di re Arthur, Ondine, La vita è il sogno , La ricerca del Graal. Tra le sue più recenti regie La tempesta dal testo di Emilio Tadini, Re Lear di Shakespeare, Eracle di Euripide a Vicenza. Ha firmato anche due regie liriche entrambe alla Scala: Varieté di Kagel e L’elisir d’amore di Donizetti» (Dizionario dello spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998) • «[...] ebrea [...] “[...] Adoro il pensiero ebraico che ad ogni domanda risponde con un’altra domanda. Sono pericolosi quelli che hanno certezze, quelli che hanno le letture globali. [...] Mio figlio è ebreo, è circonciso e anche io sto diventando sempre più ebrea. Ho smesso di mangiare prosciutto. Ma ormai mi sento persa. [...] un abbonato al Teatro Parenti, dopo aver letto una mia intervista sul ‘Corriere della Sera’ mi ha scritto: ‘Dopo venti anni ho finalmente capito che cosa mi dava fastidio nei suoi spettacoli: lei è una ebrea e una falsa umile’ [...] Nei salotti spesso, parlando di Israele, alcuni dicono ‘gli ebrei’, e allora io correggo: ‘Gli israeliani’... Mi guardano: ‘No, vogliamo dire ebrei’. Ed io: ‘Non sono una categoria bloccata gli ebrei’. E loro: ‘Invece siete un’unica cosa e la tua reazione lo dimostra’ [...] Io ho cominciato a dichiarare il mio socialismo quando erano tutti contro Craxi. Ho conosciuto Martelli prima ancora che diventasse socialista. Ho conosciuto Craxi che non era ancora segretario. Era sincero, forte, puro, fedele ai suoi amici. Una bella persona [...] Mi schierai con Paolo Grassi al Piccolo Teatro contro chi lo contestava. Tra Capanna e Grassi, scelsi Grassi [...] Mi hanno chiesto tante volte di presentarmi candidata, ma ho sempre rifiutato. E non ho mai occupato poltrone, quando si facevano le lottizzazioni [...] Una volta c’era la nomina dello Stabile di Roma e Martelli mi chiamò: ‘Guarda che spetta a noi. Tu accetteresti? Io risposi: Aiutatemi al Pierlombardo. Non sono uno strumento da piazzare’ [...] Craxi usava i soldi per far crescere il Psi. Non per il suo piacere personale [...] Bettino non aveva bisogno di arricchirsi [...] C’era gente alla quale essere amica di Craxi aveva cambiato la vita. Pensi a Trussardi, pensi allo stesso Berlusconi. E poi, improvvisamente, il fuggi-fuggi. Io ero allibita. Certe serate milanesi... nessuno era più socialista. E se io aprivo il discorso, tutti avevano sempre capito, tutti avevano visto le mazzette. Ma se le avevano viste, perché erano stati zitti? [...] Gabriele Salvatores era con Martelli... il Piccolo Teatro era, sin dalla sua nascita, una roccaforte dei socialisti..., il Teatro dell’Elfo...il Teatro Uomo, Maurizio Scaparro... Ivo Chiesa, Vittorio Gassman... i teatranti italiani sono opportunisti, voltagabbana per necessità, ccostretti spesso a vivere come mandolinieri che suonano a piazza Navona. Sono stati tutti dietro a Craxi e improvvisamente si sono messi tutti dietro a Veltroni”. [...] i suoi genitori sono venuti a Milano dalla Siria? “Volevano andare in Giappone. Ma a Milano sono nata io. E siamo rimasti”. Famiglia ricca. “C’era il boom economico e mio padre era un finanziere [...] Scuola cattolica. L’unica di lingua francese. Io e mia sorella leggevamo le preghiere e dicevamo: in questa non si parla di Gesù, può andare bene anche per noi [...] Una volta un ragazzo, si chiamava Marc, mi disse: ‘Voi avete ucciso il nostro Dio’. Non capivo che cosa volesse dire. A casa non si parlava di ebraismo [...] Ero affascinata dalla intelligenza e non dalla cultura. Odiavo la competizione. Ad un certo punto smisi di parlare. Tacere, tacere, tacere. Poi scoprii una scuola di mimo. Era stupendo. Ci si poteva esprimere senza parlare [...] Accompagnavo mio padre in quei luoghi dove fanno dimagrire. Il digiuno è molto eccitante, una droga. Dà visioni pazzesche. Acqua e limone. Quando svenivi ti mettevano le lenzuola gelate. Esperienze molto forti [...] C’erano dei medici che ti controllavano. Erano radiati dall’albo ma c’erano [...] Adoravo Gino Paoli, Paolo Conte, James Dean [...] Non mi piace il gioco che fa Franco Quadri. Non mi sembra possibile che un premio, istituito da lui, in 30 anni, abbia premiato sempre e solo i suoi amori, i suoi amici, sempre gli stessi [...] Uno che mi ha fatto male è stato Giorgio Bocca. Quando mio padre ebbe dei guai giudiziari e finì in prigione, lui scrisse che era un mercante di armi e di droga. Io lo conoscevo, eravamo amici, gli telefonai e gli spiegai che non era vero, che era stato scagionato da questa accusa. Lui mi rispose: ‘Sì, può darsi che la cosa che ho scritto sia sbagliata, ma a me di tuo padre non mi frega niente. Se parlare male di tuo padre dimostra che Craxi appoggiava dei mascalzoni, a me va bene’. Io dissi: ‘Ma se non è vero bisogna smentire’. E lui: ‘La storia non si gioca sui sentimenti di una figlia’ [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, “Sette” n. 10/2003).