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 2005  ottobre 13 Giovedì calendario

Nel 1600, una città con trentamila affamati. Corriere della Sera 13/10/2005. Il sacco dei Lanzichenecchi, accompagnato dalla peste e da un’ inondazione del Tevere, nel 1528 segna a Roma un tracollo demico, da circa 55

Nel 1600, una città con trentamila affamati. Corriere della Sera 13/10/2005. Il sacco dei Lanzichenecchi, accompagnato dalla peste e da un’ inondazione del Tevere, nel 1528 segna a Roma un tracollo demico, da circa 55.000 abitanti a poco più di 30.000. Ma nel giro di pochi decenni il sovrano pontefice recupera tutto il suo potere e da Roma governa lo Stato della Chiesa (Lazio, Umbria, Marche, Emilia e Romagna). Il duplice ruolo di capitale dello Stato ecclesiastico e di centro dei Paesi cattolici attrae a Roma molti immigrati e, alla fine del Cinquecento, la popolazione sfiora i 100.000 abitanti. Le elezioni dei nuovi papi insieme ai ricorrenti Giubilei o Anni Santi scandiscono la vita di una città dove tutto dipende dalla protezione esplicita del pontefice, dei cardinali, della Curia, e si afferma definitivamente la figura del cardinal nepote o cardinal padrone. L’ antica aristocrazia tende a chiudersi in nobiltà di sangue, ma continua ad assorbire nuovi venuti: prima di tutti i familiari dei papi e dei cardinali. E questa nuova nobiltà (come gli Aldobrandini di papa Clemente VIII) può accumulare ricchezze immense col favore della Curia Apostolica e regge il confronto con l’ antica nobiltà feudale (Colonna, Orsini, Caetani, ecc.). Intanto all’ ombra della Curia e della nobiltà crescono i ceti popolari, al cui interno si distingue uno strato di media borghesia. Più di tutti cresce la plebe, nella quale confluiscono gli immigrati poveri e senza risorse, ma anche gli sfaccendati e parassiti. Provvedere a questa massa affamata di senzatetto, in una città dove esistono soltanto le tre vecchie «industrie» dello sfruttamento del pellegrino, della carriera curiale e della speculazione edilizia, è un compito immane. I lavori edilizi e stradali per gli Anni Santi sono palliativi, che non risolvono il problema dei poveri. Ancora non è stato costruito l’ enorme Ospizio Apostolico di S. Michele a Ripa, ma la «moralizzazione» dell’ alto clero e della Curia Apostolica è sfociata nella lenta stratificazione di un sistema assistenziale (oratori, confraternite, ospedali e ospizi, «asili» per gli orfani, per gli inabili, per i vecchi «derelitti», per le «peccatrici convertite» o per le giovani «pericolanti»), che deve provvedere in varie maniere e a vari livelli alle necessità dei poveri «bisognosi». A Roma ci sono circa 30.000 poveri da nutrire e 4.000 pitocchi, questuanti e disposti a tutto. Accanto ai vestiti sfarzosi e agli scarpini ingioiellati della nobiltà, i «piedi zozzi» dei due fedeli inginocchiati di fronte alla Madonna, ultima spes, costituiscono la denuncia sociale di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Mario Sanfilippo