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 2005  ottobre 13 Giovedì calendario

Il biografo Bellori: «Che mania questa ricerca delle sozzure...». Corriere della Sera 13/10/2005. Riportiamo un estratto del capitolo sul Caravaggio da «Le vite de’ pittori, scultori et architetti moderni» di Giovanni Pietro Bellori (1672)

Il biografo Bellori: «Che mania questa ricerca delle sozzure...». Corriere della Sera 13/10/2005. Riportiamo un estratto del capitolo sul Caravaggio da «Le vite de’ pittori, scultori et architetti moderni» di Giovanni Pietro Bellori (1672). Professavasi egli tanto ubbidiente al modello, che non si faceva propria ne meno una pennellata, la quale diceva non essere sua, ma della natura; e sdegnando ogn’ altro precetto, riputava sommo artificio il non essere obligato all’ arte. Con la quale novità hebbe tanto applauso, che à seguitarlo sforzò alcuni ingegni più elevati, e nutriti nelle megliori scuole. (...) Il Caravaggio non apprezzava altri che se stesso, chiamandosi egli fido, unico imitatore della natura; contuttociò molte, e le megliori parti gli mancavano, perche non erano in lui, né invenzione, né decoro, né disegno, né scienza alcuna della pittura, mentre tolto da gli occhi suoi il modello restavano vacui la mano, e l’ ingegno. Molti nondimeno invaghiti della sua maniera, l’ abbracciavano volentieri, poiche senz’ altro studio, e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi vulgari, e senza bellezza. (...) All’ hora cominciò l’ imitatione delle cose vili, ricercandosi le sozzure, e le deformità, come sogliono fare alcuni ansiosamente: se essi hanno à dipingere un’ armatura, eleggono la più rugginosa, se un vaso, non lo fanno intiero, ma sboccato, e rotto. Sono gli habiti loro calze, brache, e berrettoni, e così nell’ imitare li corpi, si fermano con tutto lo studio sopra le rughe, e i difetti della pelle e dintorni, formano le dita nodose, le membra alterate da morbi. Per li quali modi il Caravaggio incontrò dispiaceri, essendogli tolti li quadri da gli altari, come in San Luigi habbiamo raccontato. La medesima sorte hebbe il Transito della Madonna nella Chiesa della Scala, rimosso per avervi troppo imitato una Donna morta gonfia. L’ altro quadro di Santa Anna fu tolto ancora da uno de minori altari della Basilica Vaticana, ritratti in esso vilmente la Vergine con Giesù fanciullo ignudo, come si vede nella Villa Borghese. In Santo Agostino si offeriscono le sozzure de’ piedi del Pellegrino; e in Napoli frà le sette opere della Misericordia, vi è uno, che alzando il fiasco, beve con la bocca aperta, lasciandovi cadere sconciamente il vino. (...) Si come dunque alcune herbe producono medicamenti salutiferi, e veleni perniciosissimi, così il Caravaggio, se bene giovò in parte, fu nondimeno molto dannoso e mise sottosopra ogni ornamento, e buon costume della pittura. E veramente li pittori sviati dalla naturale imitatione, havevano bisogno di uno, che li rimettesse nel buon sentiero ma, come facilmente, per fuggire uno estremo, s’ incorre nell’ altro, così nell’ allontanarli dalla maniera, per seguitar troppo il naturale, si scostarono affatto dall’ arte, restando ne gli errori, e nelle tenebre; finche Annibale Carracci venne ad illuminare le menti e à restituire la bellezza all’ imitatione.