Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  ottobre 19 Mercoledì calendario

Brown Larry

• Brooklyn (Stati Uniti) 14 settembre 1940. Allenatore di basket. Da ultimo dei Charlotte Bobcats, già con Denver Nuggets, New Jersey Nets, San Antonio Spurs, Los Angeles Clippers, Indiana Pacers, Philadelphia 76ers, Detroit Pistons, New York Knicks e, tra le università, Ucla e Kansas Jayhawks • «[...] ha la fama del mago [...] Mago perché, nel suo vagabondare sulle sette panchine Nba e Aba [...] è sempre riuscito a ribaltare il destino delle sue squadre. [...] non fosse nota la sua fama per rumorose sfuriate [...] lo scambieresti per un mite maestro delle elementari. [...] ciò che dice spesso non corrisponde esattamente a ciò che fa. Sì, un simpatico bugiardo. [...] viene da Long Beach, i primi metri quadrati di Long Island, scavalcate Brooklyn e Queens. Figlio di modestissimi fornai ebrei era diventato una stellina locale, idolo di tanti ragazzini dell’epoca, come il comico Billy Cristal, anche lui di quelle parti, che, agli esordi sul palcoscenico, faceva proprio le imitazioni di Brown. [...] ha la fama di amare soprattutto i veterani. Ma si difende così: “È un’etichetta che mi hanno cucito addosso. Io amo i giovani e li ho spesso allenati. A Ucla andai in finale con quattro freshmen (al primo anno, ndr), a Detroit ho vinto con Okur e Prince. Comunque quando alleni una squadra vincente non sfrutti più di otto-nove giocatori. E così i giovani rischiano di fare panchina. [...] Del maestro elementare ha il senso della ferrea disciplina. Le sue esercitazioni in campo sono arcinote [...] “[...]Predico poche cose, ma quelle devono essere eseguite alla perfezione: bisogna essere altruisti e saper difendere bene. Se c’è un fuoriclasse, deve saper diventare un perfetto compagno, mentre chi non è a quel livello deve arrivare a superare se stesso. [...]” [...]» (Massimo Lopes Pegna, “La Gazzetta dello Sport” 19/10/2005).