Sergio Camerino, C’era una volta Broadway, Bompiani, 2005, 19 ottobre 2005
Ossessioni. Oscar Hammerstein, nacque a Berlino a metà dell’Ottocento da un operatore di Borsa, a quattordici anni fu mandato a scuola di violino e da allora ebbe solo un’ossessione, il teatro, finché a diciott’anni non vendette il violino e s’imbarcò per gli Stati Uniti, dove si guadagnò da vivere per un anno arrotolando foglie di tabacco a due dollari alla settimana, per diventare poi il più grande sigaraio d’America (grazie all’invenzione di un sistema per livellare i sigari e di un marchingegno per separare il gambo dalle foglie), ma ad un solo scopo, costruire teatri
Ossessioni. Oscar Hammerstein, nacque a Berlino a metà dell’Ottocento da un operatore di Borsa, a quattordici anni fu mandato a scuola di violino e da allora ebbe solo un’ossessione, il teatro, finché a diciott’anni non vendette il violino e s’imbarcò per gli Stati Uniti, dove si guadagnò da vivere per un anno arrotolando foglie di tabacco a due dollari alla settimana, per diventare poi il più grande sigaraio d’America (grazie all’invenzione di un sistema per livellare i sigari e di un marchingegno per separare il gambo dalle foglie), ma ad un solo scopo, costruire teatri. In trent’anni ne costruì dodici a Manhattan, e anche dopo aver messo su famiglia (una moglie e quattro figli), continuò a vivere in due stanze all’interno di ciascun teatro. Indossava sempre il completo principe Alberto, un corto soprabito di flanella grigia, con pantaloni a righe e un cilindro. Quando una signora gli chiese perché lo indossasse anche all’interno del teatro, rispose: "Se è per questo, ci vado anche a letto".