Guido Ceronetti, La Stampa 15/10/2005, 15 ottobre 2005
"In quel momento capì perché i saggi dei tempi andati avessero paragonato il corpo a una gabbia: una prigione dove sta rinchiusa l’anima in attesa del giorno in cui verrà liberata
"In quel momento capì perché i saggi dei tempi andati avessero paragonato il corpo a una gabbia: una prigione dove sta rinchiusa l’anima in attesa del giorno in cui verrà liberata. Soltanto allora afferrò a fondo il significato delle parole del Talmùd: ’Molto bene, ecco la morte’. Eppure all’uomo era vietato fuggire dalla propria prigione. Doveva aspettare che il carceriere gli togliesse le catene e aprisse la porta" (Isaac Bashevis Singer, Lo scannatore rituale 1953)