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 2005  ottobre 19 Mercoledì calendario

HARRISON Olivia (Olivia Trinidad Arias).

HARRISON Olivia (Olivia Trinidad Arias). Nata a Città del Messico (Messico) il 18 maggio 1948. Moglie di George. «[...] è una di quelle che non parlano mai, discreta, lontana dai riflettori della mondanità, preserva la memoria del compagno con infinita dignità. [...] ”George l’ho incontrato la prima volta nel 1974, e da quel momento non ci siamo più separati. [...] quello che veramente importa nella misura del tuo successo è quello che hai raggiunto spiritualmente. Così ho potuto sopportare la sua scomparsa. Noi condividevamo pratiche, valori, e la cosa a cui davamo più importanza era la nostra vita interiore, e quando cresci in questo modo devi accettare le cose della vita, non puoi lamentarti, è la tua strada, lui ha percorso la sua strada e ha fatto quello che doveva fare, ora devo percorrere la mia, e voglio farlo nel modo migliore. stato un grande esempio per me. Aveva una grande dignità, era divertente, aveva molti amici, era generoso, amava parlare di tutto”. I lineamenti sono dolci, i tratti messicani. sincera, forte, cristallina. Come se non ammettesse che ci possa essere del male intorno a noi. L’unico momento in cui un’ombra incrina l’espressione del viso è quando le chiediamo della terribile notte in cui un folle s’introdusse nella loro camera da letto e tentò di uccidere George a coltellate. Com’era concepibile un gesto del genere? Cos’era, il diavolo in persona che si presentava alla vostra porta? ”Fu incredibile. George non riusciva a capire. A un certo livello molto semplice c’è gente che odia le personalità famose, gente fissata. A un altro livello ti chiedevi quale fosse la connessione con questo ragazzo, su un piano cosmico. Nella mia opinione George rappresentava la luce. Non so se fosse il diavolo, probabilmente era tante cose insieme. Un malato o un rappresentante dell’oscurità, ma era assolutamente incredibile. Come reagire a uno che non conosci neanche e che ti porta la violenza in casa, che ti vuole uccidere?” [...] le canzoni di George che ama di più? ”Sicuramente Isn’t it a pity, ma anche Run of the mill, da All things must pass, mi piacciono i versi che dicono: ’Quanto alto volerai? Farai abbastanza per raccogliere qualcosa? Solo tu arriverai al tuo proprio punto finale, con nessun altro oltre te da offendere, sei tu che decidi’”» (Gino Castaldo, ”la Repubblica” 19/10/2005).