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 2005  ottobre 15 Sabato calendario

SCAMARCIO

SCAMARCIO Riccardo Andria (Bari) 13 novembre 1979. Attore • « l’uomo dalle mille contraddizioni [...] Sorriso da bambino e camminata sensuale. Ricci disordinati e voce impostata. Voglia di fare e insieme di distruggere. Urgenza di viaggiare e di stare fermo. Fa impazzire le ragazzine ma ha una donna più grande di lui con cui condivide amore, lavoro e una casa piena di luce di fronte al Colosseo. Lei è Valeria Golino, bella e apparentemente imprendibile che da quando lo ha conosciuto ha smesso di scappare. [...] ”Vengo dalla ”bad provincia’, quella che spacca in due Trani e Barletta. Da ragazzo ero un vulcano con tante energie sotto la pelle che non riuscivo a incanalare, finché ho cominciato a suonare la batteria e per qualche tempo mi sono calmato pensando di aver capito tutto”. Invece, non aveva capito niente. Il suo destino sarebbe stato diverso e avrebbe avuto la lucentezza di un nastro rosso di velluto. Quello del red carpet destinato ai divi del cinema. ”Nonostante la musica continuavo a essere infelice finché, dopo l’ennesima tragedia scolastica, un amico mi ha portato in un bar e mentre singhiozzavo mi ha aperto gli occhi dicendomi che stavo perdendo tempo perché, per la mia faccia e per il mio carattere, sarei potuto diventare solo un attore”. stato come un lampo. La storia di Riccardo Scamarcio è cambiata in un minuto. ”Mi sono alzato da quel caffè pensando: ora prendo il mondo e lo rivolto. venuta fuori una parte di me che non sapevo neppure di possedere e, come in preda a un’indemoniata euforia, continuavo a domandarmi perché non ci avevo pensato prima”. Con l’incoscienza della gioventù, ma anche con una serietà tutta nuova, ha deciso di mettersi a studiare recitazione. ”Ho pensato: qui, Riccardo, ti giochi tutto. Basta cazzate. Ho preso lezioni da un’attrice, studiato dizione e tirato fuori la massima determinazione di cui ero capace. Dopo poco tempo recitavo sul palcoscenico di un teatro locale, in puro dialetto andriese, il ruolo del marchesino Eugenio in Miseria e nobiltà”. I primi minuti di recitazione sono stati sufficienti per far scattare l’innamoramento folle. L’adrenalina allo stato puro. [...] ”Ero terrorizzato, ma in un modo folle e spericolato. Mi scuoteva quello stesso brivido che ti gela il sangue quando fai un salto nel vuoto. In quel teatro di provincia ho sentito cos’è la vera recitazione, quella che nasce sul palcoscenico e che, se hai la fortuna di diventare bravo, ti fa diventare uno specchio dove si riflettono le emozioni del pubblico”. Inevitabilmente è arrivato il momento di fare le valigie. Uno strappo violento. Fatto di nostalgia e dolore. Via per sempre dalla Puglia con destinazione Roma e, soprattutto, il Centro sperimentale di cinematografia. ”Per un irregolare come me è stato come fare il servizio militare, la mattina ci svegliavamo prestissimo e studiavamo un film dietro l’altro. Vedevamo e rivedevamo Sergio Leone e Federico Fellini. Ho conosciuto la disciplina con maestri come Mirella Bordoni, Mino Bellei e Nicolai Karpov ma, nonostante il divieto di lavorare nel periodo scolastico, ho recitato di nascosto in una fiction e dopo due anni ho mollato tutto perché mi avevano offerto una parte in Compagni di scuola. Non volevo fermarmi alla teoria e alla storia del cinema”. E sono ricominciate le montagne russe. ”Giravamo a Cinecittà in un palazzo proprio di fronte al Centro sperimentale e quando dalla finestra del bagno vedevo quella della mia vecchia aula, con i compagni ancora inchiodati davanti allo schermo, mi sembrava meraviglioso essere già un attore”. Gioia e fatica. Sogno e realtà. Emozioni difficili da gestire per un ragazzo di poco più di vent’anni [...] ”Ho fatto tanti sport come karate, calcio, nuoto, poi mollo per noia [...]” [...] Da quando è diventato Step, il protagonista di Tre metri sopra il cielo, le ragazzine lo fermano urlandogli amore eterno. Ma lui, Riccardo Scamarcio, non è cambiato nel modo di vedere se stesso: ”Onestamente ho sempre pensato di essere speciale e non credo di esserlo diventato solo per avere recitato la parte di Step. Dopo il film di Federico Moccia ho imparato a convivere con chi ti ferma per la strada e a sorridere a chi ti vuole possedere come un’immagine sul telefonino. Preferirei parlare con i ragazzi e avere con loro uno scambio umano come quando li incontro nelle scuole, piuttosto che diventare una foto da mostrare agli amici come un trofeo, ma mi sembra il prezzo minimo da pagare”. Con i giornalisti, invece, ha un rapporto non sempre facile: ”Mi arrabbio quando nelle interviste mettono un titolo diverso da quello che c’è scritto nel testo [...]”» (Irene Maria Scalise, ”la Repubblica” 21/6/2009) • «[...] è nato cinematograficamente [...] con Ora o mai più di Lucio Pellegrini, ma il successo è arrivato l’anno seguente grazie all’adattamento per il grande schermo, firmato da Luca Lucini, del romanzo generazionale di Federico Moccia Tre metri sopra il cielo; lo stesso Lucini, uno dei registi italiani più promettenti, l’ha diretto anche [...] nella piacevole commedia L’uomo perfetto scritta da Marco Ponti e interpretata da Francesca Inaudi e Gabriella Pession [...]» (Daniele Cavalla, ”La Stampa” 15/10/2005).