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 2005  ottobre 14 Venerdì calendario

Stoner Casey

• Kurri-Kurri (Australia) 16 ottobre 1985. Motociclista. Campione del mondo 2007 e 2011 della MotoGp (Ducati, Honda). Approdato al Mondiale nel 2001, spinto da Mick Doohan, nel 2002 fu ingaggiato da Cecchinello per la 250, ma una serie infinita di cadute (ben 16) gli valsero il soprannome di «Rolling Stoner», il rotolatore • «[...] è nato a Kurri Kurri, ex paesone minerario a 145 chilometri da Sydney. [...] È emigrato in Inghilterra per poter fare gare prima dei sedici, impossibile in Australia. Quindi è entrato al motomondiale, scoperto da Alberto Puig, sgrezzato da Lucio Cecchinello. Andava veloce e andava per terra. Molto per terra. [...]» (Corrado Zunino, “la Repubblica” 11/3/2007) • «[...] A 13 anni imbiancava case in Australia insieme ai genitori per qualche dollaro in più che gli permettesse di correre in moto [...] a 3 anni è saltato sulla PeeWee 50 della sorella Kelly per fare la prima corsa solitaria nel garden di casa, a Southport, e non si è più fermato. A 4 anni batteva già i bambini di 9, nei weekend più densi correva anche 35 gare vincendole tutte, figlio puro del dirt track, le corse fuoristrada, e di una passione forte, indistruttibile, da predestinato. La sua bravura e la sua ambizione convinsero i genitori prima a girare l’Australia in cerca di gare e vittorie, con papà Colin a fargli da meccanico, mamma Bronwin da maestra, e la sorella Kelly da complice; poi, compiuti i 14 anni, a fare il grande salto, vendere casa e trasferirsi in Europa: un camper e via, inseguendo il big dream. Scoperto da Alberto Puig (l’attuale manager di Pedrosa), seguito per 4 anni da Lucio Cecchinello, che lo descrive come “uno con un’autostima fuori dal normale”, Casey ha vissuto anni un po’ così, tra 125 e 250, cadute e sfuriate, la prima stagione 2006 in MotoGp con la Honda trascorsa più a terra che in sella, tanto da consolidare quel soprannome “Rolling Stoner” che lui odia più di ogni cosa. “Cado perché sono costretto ad andare al limite”, spiegava lui, scocciato. [...] Babyface e la Ducati, contrariamente a ogni attesa (come farà a domare quel cavallo selvaggio? ci si chiedeva), si sono trovati quasi per caso, dopo che a Borgo Panigale avevano fallito l’ingaggio di Hayden e Melandri. Ma, come accade a volte nella vita, il caso ha prodotto l’incanto. Primo già all’esordio in Qatar [...] Un esempio, raro e molto “rossiano”, di continuità. Roba da veterano, non da 21enne ancora gli inizi. Casey si trova in pista con la Rossa come, fuori, si trova con Adriana, la sua ombra, il suo doppio, la sua certezza. “Ci siamo sposati per non perderci”, dissero dopo il matrimonio a gennaio. Lui 21 anni, lei 18. Si conobbero a Phillip Island quando lei lo avvicinò per chiedergli un autografo. La Gp7 è l’unica femmina che può sostituirla giusto nel tempo di una gara. Ed è forse per ritrovare prima Adriana — e la fede che le consegna prima della gara — che Casey va così veloce. Tranquillità interiore, moto super, gomme imbattibili (ma non ditegli che vince grazie a quelle perché vi fulminerà con lo sguardo): il fenomeno Stoner nasce così e così vuole durare. Educato; mai polemico ma sempre sincero; apparentemente senza paure; ragazzo di campagna, appassionato di pesca e ciclismo che, in attesa di andare a vivere in una fattoria a carriera finita, fa l’eremita con Adriana a Montecarlo; totalmente senza fronzoli in un mondo che deve sembrargli parecchio strano (“Davvero mi danno tanti soldi solo per stare qui?”, chiese una volta ai dirigenti Ducati durante una serata-sponsor da 5 mila euro per una comparsata di pochi minuti); antipersonaggio nell’era post-Valentino (una “colpa” che dovrà scontare a lungo), Casey è uno nato fenomeno che non vuole per forza stupire ma semplicemente vincere, uno che per farlo sceglie sempre la via più breve [...]» (Alessandro Pasini, “Corriere della Sera” 24/9/2007).