La Repubblica 09/10/2005, pag.38-39 Marina Cavallieri, 9 ottobre 2005
Singer, l´attore fallito che inventò l´ago a pedale. La Repubblica 09/10/2005. L´invenzione che rivoluzionò la vita domestica delle donne e la storia della moda fu il frutto di una vocazione frustrata e di un talento vissuto come ripiego
Singer, l´attore fallito che inventò l´ago a pedale. La Repubblica 09/10/2005. L´invenzione che rivoluzionò la vita domestica delle donne e la storia della moda fu il frutto di una vocazione frustrata e di un talento vissuto come ripiego. Accadde 150 anni fa. Quando Isaac Merrit Singer brevettò uno dei primi motori per macchine da cucire lo fece soprattutto costretto dalle circostanze: aveva quarant´anni, avrebbe preferito fare l´attore ma con le ambizioni teatrali non riusciva a mantenere i suoi numerosi figli, così abbandonò l´arte per la meccanica, le aspirazioni per il pane quotidiano e alla vita sregolata preferì, come disse, «un lavoro vero». Andò a lavorare in un´azienda che costruiva macchine da cucire che allora erano apparecchi molto complicati, non adatti a una signora. A Singer bastarono undici giorni per mettere a punto l´invenzione che avrebbe fatto la sua fortuna. Dopo aver esaminato le macchine osservò: «Invece di far seguire alla navetta un moto circolare, lo farei muovere avanti e indietro su una linea diritta. Invece di una barra d´ago che spinge orizzontalmente un ago curvo userei un ago diritto e lo farei lavorare verticalmente su e giù». Quell´idea funzionò così bene che rimase quasi intatta per oltre un secolo. Sotto l´ago verticale mosso da un pedale (anche questa un´idea di Singer) è passato un secolo di economia casalinga fatta di risparmio e creatività, magica combinazione di necessità e virtù. Perché c´è stato un tempo, fino a cinquant´anni fa, che tutte le donne sapevano cucire e questo è stato possibile anche grazie a Isaac Merrit Singer. La Singer fa risalire al 1851 la data di nascita della macchina da cucire ma è nel 1855, esattamente il 9 ottobre, che fu depositato il brevetto. Quelli furono anni molto produttivi per il suo inventore, uomo di aggiustamenti più che di invenzioni pure, tanto che in pochi anni depositò una ventina di «miglioramenti». Le prime macchine furono vendute a 100 dollari l´una, troppo care, così nacque «l´affitto a riscatto», primo esempio di acquisto con anticipo e pagamento rateale, un mercato che si diffuse rapidamente appena fu perfezionata nel 1858 la macchina leggera per uso domestico. Le vendite decollarono anche in Europa, un business vertiginoso, milioni di pezzi finirono nelle case di donne ansiose di avere abiti alla moda a poco prezzo, del resto era al successo commerciale che puntava Singer, dell´invenzione, ammise un giorno, non gli importò mai un granché. In Italia bisogna attendere il primo dopoguerra perché sorgano fabbriche di macchine da cucire: nascono la Borletti, la Visnova, la Salmoiraghi, la Vigorelli e la Necchi. Nuovi marchi ma con poche novità sostanziali: aumento della velocità, possibilità di cucire a zig zag, luce incorporata. Gli anni passano ma la macchina da cucire rimane emblema di laboriosa femminilità, decoro, sana produttività, quasi una garanzia di pace domestica, tanto che negli anni Cinquanta non disdegnano di farsi fotografare compiaciute accanto ad una Singer o una Necchi attrici famose come Sofia Loren. Macchine d´uso domestico, che rimandano ad un universo privato, familiare ma su cui si è esercitata anche la creatività di noti designer: la Visetta del 1949 è disegnata da Giò Ponti; la Necchi del 1981 sarà pensata da Giorgio Giugiaro. Poi qualcosa cambia, il Boom rende meno necessario il risparmio, le donne cercano nuovi ambiti, lontani da casa, per la loro creatività. Le macchine da cucire vengono incorporate dentro contenitori-mobiletto, chiuse con coperchi a forma di valigia, si nascondono, si mimetizzano, si mettono da parte e le vecchie Singer finiscono in soffitta. Ecco ora l´ultima rivoluzione. I più recenti modelli sono raffinati strumenti tecnologici, digitali, mille punti al minuto, dove basta collegarsi ad un computer per trasformare in schema-ricamo la foto del videotelefonino del figlio o del fidanzato. Dopo il grande rifiuto dell´ago e del filo, si è formata in questi anni una generazione di donne che non disdegna il cucito, naviga su Internet, forma una comunità virtuale che affolla siti dove si scambiano informazioni e consigli sul punto overlock e il nido d´ape. PatternReviw. com, Cactuspunch. com, Embroderyonline. com, l´antica virtù femminile riparte da qua. Marina Cavallieri