La Repubblica 09/10/2005, pag.48-49 Antonio Monda, 9 ottobre 2005
La strana coppia. La Repubblica 09/10/2005. New York. bastato il semplice annuncio che La strana coppia ritorna a Broadway per stabilire il record assoluto di prevendite nella storia del teatro americano: prima ancora di debuttare, lo spettacolo ha già collezionato il tutto esaurito per tutte le ventisei settimane di programmazione con un incasso che ha già superato i ventuno milioni di dollari
La strana coppia. La Repubblica 09/10/2005. New York. bastato il semplice annuncio che La strana coppia ritorna a Broadway per stabilire il record assoluto di prevendite nella storia del teatro americano: prima ancora di debuttare, lo spettacolo ha già collezionato il tutto esaurito per tutte le ventisei settimane di programmazione con un incasso che ha già superato i ventuno milioni di dollari. Chi conosce i cambiamenti in corso nella Broadway contemporanea sa che un successo di tali proporzioni è da attribuire ad una serie di fattori differenti: il richiamo della magnifica coppia di protagonisti Nathan Lane e Matthew Broderick, reduci dal trionfo dei Producers, di cui è in uscita un´attesissima versione cinematografica; un formidabile battage pubblicitario basato in egual misura sul ritorno di un classico del teatro leggero americano ed una interpretazione innovativa di attori che sfruttano al meglio la diversità della loro impostazione recitativa; una crescente reazione del pubblico di Broadway all´invasione di spettacoli lontani dalla tradizione del teatro americano quali Mama Mia; ed infine la garanzia del nome di Neil Simon, che dopo un momento critico alla fine degli anni Ottanta, nel quale fu costretto a lanciare le nuove commedie in teatri secondari mentre a Broadway gli veniva intitolato un teatro, ha riconquistato i favori del pubblico e della critica con la trilogia autobiografica Brighton Beach Memoirs, Biloxi Blues e Broadway Bound, e con la commedia Lost in Yonkers grazie alla quale ha vinto anche il premio Pulitzer. Ad incontrarlo oggi, Neil Simon sembra molto più giovane dei settantotto anni che ha compiuto lo scorso luglio e il sorriso con cui stempera gli argomenti più seri di ogni conversazione riflette la saggezza di chi ha scritto: «Se riesci a vivere senza provare dolore significa che non sei ancora nato». Negli ultimi tempi ha visto scomparire molti amici che hanno segnato profondamente la sua esistenza, ma il dolore più grande è stato quello per la morte del fratello maggiore Danny, primo responsabile della sua vocazione teatrale e mentore di un´intera esistenza. Ha deciso di tornare a vivere a New York dopo ventotto anni a Los Angeles e, come i protagonisti dei Ragazzi irresistibili, si sente rinascere quando avverte il caos, la frenesia e l´aggressività della città in cui è nato e dalla quale andò via dopo la morte della prima moglie Joan. «Non riesco a credere che non ho bisogno della macchina e non puoi immaginare quanto ne sia felice - racconta nel suo lussuoso appartamento di Park Avenue - anche se so bene che New York non è la Mecca, pur avendone lo stesso odore». La nuova edizione della Strana Coppia ha rappresentato il pretesto per un trasferimento che anelava sin dai primi anni californiani, ma le prove dello spettacolo rappresentano anche un momento di malinconia: «La strana coppia è uno dei testi più personali che abbia mai scritto, ed è basato direttamente sulle esperienze di mio fratello. Quando divorziò dalla moglie andò a vivere con un amico che era a sua volta divorziato, ed ogni sera mi raccontava la loro improbabile convivenza. Danny sapeva cucinare e nel giro di poco tempo si occupò di tutti gli aspetti che almeno all´epoca erano delegati alle donne. Fu proprio Danny a scrivere la commedia, ma poi me la passò, forse perché per lui era troppo autobiografica. Nessuno dei due pensava che avrebbe avuto un successo di questo tipo, e devo alle scelte di un manager inqualificabile se ne cedetti i diritti cinematografici e televisivi per una cifra modestissima. incredibile come non si abbia mai la percezione di quello che si ha tra le mani: mi è accaduto lo stesso anche con A piedi nudi nel parco, un´altra commedia che racconta in maniera spudoratamente autobiografica la luna di miele con la mia prima moglie». Da come parla, il commediografo di maggior successo della storia americana non ha alcuna intenzione di comunicare un senso di riflessione conclusiva rispetto alla propria carriera. Anzi, annuncia con un pizzico d´orgoglio che la prossima primavera ritornerà a Broadway proprio A piedi nudi nel parco, mentre i suoi spettacoli continuano ad essere rappresentati in tutto il mondo. I riconoscimenti ottenuti durante la carriera sono impressionanti: oltre al Premio Pulitzer per Lost in Yonkers, Simon ha avuto quattro candidature all´Oscar, ben quindici ai Tony con tre vittorie (per La Strana Coppia, Biloxi Blues e Lost in Yonkers), un Golden Globe (per The Goodbye Girl), oltre a una infinità di premi internazionali. Nel 1967 a Broadway erano in scena contemporaneamente quattro suoi spettacoli: Sweet Charity (adattamento in chiave musical delle Notti di Cabiria), La Strana Coppia, A piedi nudi nel parco e Due scapoli e una bionda. All´interno di una carriera lunga più di cinquant´anni, con un bilancio di trenta commedie, cinque musical e sessantadue sceneggiature (comprese quelle televisive), La Strana Coppia è probabilmente il testo più noto e apprezzato in ogni parte del mondo. Simon ne spiega il segreto con un dato molto semplice: «Non c´è nessuno che non abbia convissuto, almeno per un breve periodo, con un´altra persona». E racconta che quando sentiva i racconti del fratello non avrebbe mai creduto che un giorno ci sarebbero state anche delle versioni femminili. Simon non fu molto soddisfatto del primo allestimento a Broadway e non si stupì che chiudesse i battenti dopo un anno e mezzo: durata per i suoi standard quasi fallimentare ma, ricorda ancora una volta con orgoglio, «pari a quella della prima edizione di Morte di un commesso viaggiatore». Il film, realizzato da Gene Sacks, gli apparve decisamente più riuscito, e Simon si dichiara tuttora particolarmente felice di alcune soluzioni che scrisse appositamente per il grande schermo, come l´inizio in cui si vede Jack Lemmon che non riesce ad aprire la finestra dalla quale vuole suicidarsi. Non lontano da uno splendido olio di Modigliani che campeggia nel salone c´è un poster di un vecchio allestimento della commedia. Simon lo indica mentre continua il racconto: «Reagii per molto tempo con perplessità quando numerose attrici cominciarono a chiedermi la versione femminile e decisi di cedere soltanto quando mi chiamò Rita Moreno. Da allora la storia di Felix e Oscar è diventata il simbolo di un modo di concepire la vita eternamente provvisorio, e tra le tante versioni mi ha molto divertito quella spagnola interpretata da un attore di origine medio-orientale come Tony Shalloub. Oggi sono felicissimo per questa incredibile prevendita, ma mi chiedo che tipo di successo avrebbe incontrato se fosse stata un testo nuovo». Ci sono voluti molti anni prima che la critica americana riconoscesse in Simon un commediografo di prim´ordine e non solo un abilissimo autore di gag. Il cambio di atteggiamento è stato prodotto da California Suite, diventato celebre grazie al film di Herbert Ross. «Credo che il successo di quel testo sia dovuto in gran parte alla sincerità: mi ero trasferito in California e sentivo la necessità di inserirmi in quella società e una istintiva repulsione». Chi ha visto il film, ricorderà lo sconcerto della newyorkese Jane Fonda quando incontra il suo vecchio marito Alan Alda vestito con un golf giallo canarino indossabile solo ad Hollywood, e l´atmosfera di malessere che emana Maggie Smith nel ruolo di una celebre attrice immortalata in compagnia del marito omosessuale Sydney (Michael Caine) al ritorno da una cerimonia degli oscar nella quale lei non ha vinto. Non si era ancora in tempi di correttezza politica, ed il volto sconfitto dell´attrice inglese chiarisce che per chi vive nel grande nulla di Hollywood ha avuto ben poco significato cambiare l´annuncio "the winner is" con "the oscar goes to". L´amarezza di una mancata vittoria si rispecchia nel disastro esistenziale della coppia, ma Simon riesce sempre a trovare il modo di sorridere e cogliere la tenerezza dell´elemento umano: «Ho conosciuto coppie del genere, e mi sono sempre interrogato sull´equilibrio che riescono a raggiungere: Sydney è certamente un compagno e riesce a soddisfare alcuni aspetti della vita di coppia, ma c´è qualcosa tra i due che mancherà sempre. Anche se devo dire che gli anni mi hanno insegnato che la felicità è rara in ogni tipo di rapporto». Dopo la morte della prima moglie Joan, Simon si è sposato altre tre volte e quando parla dei divorzi si limita a dire: «C´era qualcosa che non funzionava». Ma l´approccio che ha nei confronti del passato è tutt´altro che freddo e ancora una volta il commediografo rifiuta ogni possibile idea di conclusione. I racconti degli anni della tv, durante i quali scriveva gag per Woody Allen e Mel Brooks, sono pieni di umanità, e emerge il desiderio di riscrivere qualche capitolo della propria vita per capirne il senso ultimo. Il suo sguardo sullo spettacolo odierno è disorientato ma per nulla scoraggiato: «Sembra che oggi si possano produrre soltanto musical e show destinati ad un pubblico giovane, ma poi arriva all´improvviso un testo appassionante come The Pillowman. Lo stesso si può dire del cinema: recentemente ho visto Capote e ho ammirato la capacità di raccontare lo scrittore anche nei suoi lati più sgradevoli, lasciando nello spettatore un sentimento ambiguo. Alla fine mi sono chiesto: cosa c´è che non mi piace di questo personaggio? E il dilemma etico mi comunicava l´emozione del successo drammaturgico». Antonio Monda