La Stampa 04/10/2005, pag.7 Piero Bianucci, 4 ottobre 2005
Nobel alla coppia che ha sconfitto l’ulcera. La Stampa 04/10/2005. Il premio Nobel per la Medicina 2005 riguarda direttamente metà della popolazione mondiale
Nobel alla coppia che ha sconfitto l’ulcera. La Stampa 04/10/2005. Il premio Nobel per la Medicina 2005 riguarda direttamente metà della popolazione mondiale. Una persona su due si porta nello stomaco un microorganismo chiamato Helicobacter pylori, e quest’anno gli accademici del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno attribuito il più prestigioso dei riconoscimenti ai suoi scopritori, gli australiani Barry J. Marshall e J. Robin Warren. Il loro lavoro ha permesso di guarire il 90% delle ulcere del duodeno e l’80% delle ulcere gastriche. Studi successivi hanno portato poi anche a prevenire un gran numero di tumori dello stomaco indotti dallo stesso microorganismo su persone con una particolare predisposizione. Il premio - oltre un milione di euro, diviso in parti uguali - sarà consegnato, come è tradizione, il 10 dicembre, nell’anniversario della morte di Alfred Nobel. Benché così diffuso, e benché già descritto da Giulio Bizzozero nel lontano 1883, il ruolo dell’Helicobacter pylori è sfuggito ai medici patologi fino al 1982, quando Marshall e Warren riuscirono a individuare le colonie di questo microorganismo nella maggioranza dei pazienti con infiammazioni allo stomaco e ulcere gastriche o duodenali. All’epoca la connessione tra il batterio e quelle malattie non era affatto una cosa ovvia. Ancora 25 anni fa gastriti e ulcere venivano attribuite perlopiù a disagi psicologici, considerati causa di un’eccessiva produzione di acidi gastrici ai danni della mucosa dello stomaco. L’idea che un batterio sconosciuto fosse all’origine di quelle malattie appariva quasi eretica. Marshall e Warren hanno dovuto far cadere quello che per generazioni di medici era stato un dogma. Ma l’evidenza della scoperta era tale che la conversione è stata quasi immediata. Rapido è stato anche il passaggio alla terapia: una cura con antibiotici di una-due settimane elimina l’Helicobacter, e gastriti e ulcere guariscono come per miracolo. Un duro colpo alla medicina psicosomatica, abbandonate certe terapie palliative quasi stregonesche (si curava l’ulcera persino con le lumache!), finiti gli interventi chirugici allo stomaco, spesso molto rischiosi e non in grado di risolvere il problema. Una rivoluzione per la gastroenterologia. Robin Warren, nato nel 1937, patologo a Perth, sulla costa occidentale dell’Australia, facendo la biopsia di pazienti con ulcera notò per primo che microorganismi sconosciuti, dalla strane «antenne» elicoidali (di qui il nome), colonizzavano la parte inferiore dello stomaco. Il fatto più sorprendente era la loro resistenza a quell’ambiente ad altissima acidità. Warren coinvolse nella ricerca il suo allievo Barry Marshall, di 14 anni più giovane, e insieme esaminarono una casistica di 100 pazienti individuando il rapporto di causa effetto tra la presenza del batterio e l’infiammazione della mucosa gastrica, con le conseguenti ulcere. L’Helicobacter si è rivelato onnipresente. Nei Paesi meno sviluppati si trova quasi nella totalità della popolazione, ma anche in quelli sviluppati è diffusissimo. Il contagio avviene attraverso il cibo, fin dagli anni dell’infanzia. Nella maggior parte dei casi non dà problemi. In altri invece fa esplodere la malattia ulcerosa. Più raramente, l’infiammazione della mucosa sfocia in una particolare categoria di tumori, i linfomi gastrici e intestinali, o addirittura nell’adenocarcinoma gastrico. La scuola di medicina di Torino, con Mario Rizzetto, Antonio Ponzetto e Rinaldo Pellicano, ha dato contributi importanti nella definizione dei protocolli terapeutici dell’Helicobacter e nella caratterizzazione di questo microorganismo, che si presenta in numerose varianti. «Il fatto che in molti casi l’Helicobacter non dia sintomi - dice Rizzetto, ordinario di gastroentorologia all’Università di Torino - dipende sia dalla sensibilità individuale (a base immunitaria e, a monte, genetica) sia dai vari ceppi di questo batterio, che possono essere più o meno patogeni. Dato che il più delle volte si convive tranquillamente con l’Helicobacter, non ha senso procedere a screening di massa; è sufficiente fare dei test quando compaiono i primi sintomi. La cura con un cocktail di antibiotici è molto efficace e porta frequentemente alla remissione del linfoma dello stomaco. Gli antibiotici sono ancora più efficaci da quando li si associa agli inibitori di pompa protonica, che bloccano l’acidità. I problemi di resistenza dell’Helicobacter agli antibiotici sono per ora limitati. La resistenza si deve piuttosto a varianti del microrganismo. In questi casi si caratterizza in coltura il ceppo e poi si procede con antibiotici mirati.» Il Nobel per la Medicina segna una discontinuità con la maggior parte dei premi degli ultimi anni, di solito assegnati a ricerche di biologia molecolare, spesso lontane da applicazioni terapeutiche immediate. Con la scoperta dell’Helicobacter si premia un lavoro che ha avuto ed ha un enorme impatto sulla salute di milioni di persone. E’ un ritorno allo spirito di Alfred Nobel, che nel suo testamento suggeriva di valorizzare scoperte e invenzioni di immediato rilievo sociale. Piero Bianucci