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 2005  ottobre 11 Martedì calendario

Schelling ThomasCrombie

• Oakland (Stati Uniti) 14 aprile 1921. Economista. professore emerito al “Dipartiment of Economics and School Public Policy” (Università del Maryland). Le sue opere più importanti sono nove. Ma La strategia del conflitto (del 1960) è considerato uno dei 100 libri che più hanno influenzato la cultura internazionale dal 1945 ad oggi. Premio Nobel 2005 (insieme a Robert Aumann). «[...] si sono distinti nella “teoria dei giochi”. Dimostrando che la cooperazione è più produttiva della guerra, e che in situazioni di rivalità è più razionale far capire al proprio avversario quali sono le proprie intenzioni, per evitare esiti distruttivi. Durante la corsa agli armamenti nucleari degli anni Cinquanta che oppose Stati Uniti e Unione sovietica, Schelling cominciò ad applicare la teoria dei giochi come un metodo unificante di analisi delle decisioni strategiche, utilizzabile in tutte le scienze sociali. Nel suo saggio La strategia del conflitto (1960) introdusse nuovi concetti nel pensiero strategico, come le minacce credibili e il vantaggio di auto-limitare le proprie opzioni. Limitando le proprie opzioni si può rendere il proprio comportamento più trasparente e prevedibile per l’avversario. Se l’avversario sa in anticipo quale sarà la nostra reazione ai suoi comportamenti, lungi dall’indebolirci questo può facilitare un esito cooperativo. L’Accademia reale delle scienze di Svezia forse ha esagerato negli elogi, motivando il premio a Schelling con “la grande rilevanza delle sue intuizioni per la risoluzione dei conflitti e gli sforzi per evitare la guerra”. Purtroppo non molte guerre sono state evitate grazie alla lettura di queste sosfisticate elaborazioni sulla teoria dei giochi. In un caso però - forse il più importante di tutti - un’influenza benefica c’è stata. Queste idee hanno avuto un peso nel determinare l’approccio strategico della Casa Bianca negli anni della “deterrenza nucleare”. Invalse il principio che più l’Unione sovietica era informata delle intenzioni americane, meglio avrebbe valutato le conseguenze dei propri atti. L’esito finale della crisi dei missili di Cuba dimostrò che le minacce credibili funzionavano. Il Dottor Stranamore rimase un fantastico personaggio cinematografico. Nei suoi studi applicati alle scienze sociali Schelling smontò gli stereotipi che vedono nell’economia e nella società di mercato dei sistemi atomizzati dove gli individui alla ricerca della massimizzazione del profitto individuale si comportano in base al paradigma “homo hominis lupus”. Al contrario dimostrò che nelle situazioni concrete gli individui tendono a cooperare più di quanto detterebbe un calcolo puramente razionale degli interessi. Elementi come le convenzioni sociali, il linguaggio, la cultura e altri sistemi valoriali comuni, tendono a facilitare gli sbocchi cooperativi. [...] Anche se i loro lavori convergono, Aumann e Schelling non hanno mai collaborato. [...]» (Federico Rampini, “la Repubblica” 11/10/2005).