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 2005  ottobre 10 Lunedì calendario

Panzino Simona

• Catanzaro 3 aprile 1971. No Global. Candidata nel 2005 alle Primarie del Centrosinistra • «Basterebbe il lessico dei luoghi a spiegare. Bertinotti riceve al partito, sotto il ritratto di Gramsci. Mastella nella sua sontuosa stanza di vicepresidente della Camera. Di Pietro nel nuovo ufficio in piena chinatown romana, Scalfarotto al tavolo di un bar. Simona Panzino fissa l’appuntamento in una casa occupata in Via Marliano, una palazzina dietro piazza Bologna destinata fino a poco tempo fa agli immigrati sgomberati in transito. Sul muro ci sono ancora gli avvisi scritti a penna: ”Le cose dei rumeni è sotto”, freccia verso il seminterrato. Piove. [...] [...] La candidata dei ”senza volto” è una giovane donna calabrese di 34 anni, nella vita fa questo: difende i diritti dei senza casa. Ogni giovedì è allo ”sportello di mediazione della domanda e dell’offerta abitativa” di via Goito, atroce formula burocratica che vuol dire che puoi andare a chiedere lì se non hai un posto dove dormire. Lo sportello è collegato agli uffici comunali, perciò in qualche modo Simona svolge un servizio per il Campidoglio. ”La cosa è ridicola: al Comune offriamo un servizio, per lo Stato siamo criminali”. Il gruppo di cui fa parte, Action, ha all’attivo nove occupazioni e un processo per associazione a delinquere. ”Una delle prime case che abbiamo occupato è stato un palazzo di sei piani e cento appartamenti della Banca d’Italia, vuoto da tre anni: ora ci vivono 70 nuclei familiari”. Lei stessa abita in una stanza al De Lollis, palazzo occupato a San Lorenzo, bagni e cucine in comune. Si mantiene facendo ”lavoretti nel week end”.  arrivata a Roma [...] da Cosenza, padre pensionato delle ferrovie, madre casalinga. ”Vivevo in una stanza di 14 metri quadri al Quadraro, con affitto al nero. Ho lavorato nei call center, dove ti detraggono dal compenso i venti minuti di pausa pranzo. Ho fatto di tutto, ma non ce la facevo a studiare che era quello che volevo. A un certo punto ho detto basta: sono andata in una casa occupata e ho cominciato a fare politica così: volevo dare voce a chi non ne ha. Non è un problema di assistenza, l’assistenza rovina le coscienze. una questione di partecipazione e diritti, che devono essere uguali per tutti”. [...] A Simona Panzino hanno chiesto di candidarsi a fine agosto, ”ero in Calabria a fare la stagione. Sono rientrata il 5 settembre, abbiamo raccolto le firme in una settimana”. Quindicimila firme ”certificatissime, coi numeri di telefono”, attraverso la rete dei centri sociali. Non tutti erano d’accordo, ovviamente: partecipare alle primarie vuol dire legittimarle e molti, nel Movimento, preferiscono ”stare fuori”. [...] ”Avevamo chiesto che si potesse votare anche nei nostri luoghi, i centri sociali e le case occupate. Non ci hanno neppure risposto. Ci hanno inviato la lista dei seggi per email. C´è dentro solo il Leoncavallo, che ha espresso il suo sostegno a Bertinotti”. Lei da qualche tempo non vota più, e in tv ha detto che alle politiche non voterà per Prodi. [...] cita Jeremy Rifkin, parla della sua laurea con Carlo Freccero, tesi sulle tv di strada. ”Potrei fare un concorso per insegnare, ma i concorsi non ci sono. Certo che mi piacerebbe avere un lavoro: un lavoro vero come quelli d’una volta, dove se ti ammali non ti detraggono le assenze dallo stipendio e se resti incinta non ti licenziano. Ma per quelli come noi ci sono al massimo co.co.pro, contratti a progetto fatti per ricattare e umiliare. Noi stiamo male, malissimo e siamo tanti: non riusciamo a immaginare il nostro futuro, ma queste cose la politica non le ascolta, non le capisce. troppo occupata a parlare di politica”» (Concita De Gregorio, ”la Repubblica” 9/10/2005).