varie, 10 ottobre 2005
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EL BARADEI Mohamed il Cairo (Egitto) 17 giugno 1942. Politico. Ex direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (fino al 2009)
EL BARADEI Mohamed il Cairo (Egitto) 17 giugno 1942. Politico. Ex direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (fino al 2009). Premio Nobel per la Pace 2005. Ha studiato a New York. Ha cominciato, nel ”64, la carriera presso le rappresentanze egiziane all’Onu. Una parentesi politica: consigliere del ministro degli Esteri al Cairo. Quindi, un decennio dedicato all’insegnamento del diritto internazionale e la specializzazione in controllo degli armamenti. L’amministrazione Clinton lo aveva voluto nel 1997 alla testa dell’Aiea. Con l’arrivo di George W. Bush e la fine del multilateralismo, ha avuto sempre più disaccordi con gli Stati Uniti • «[...] fu proprio questo tranquillo e determinato [...] avvocato egiziano, insieme con un altro avvocato, lo svedese Hans Blix, che peraltro lo aveva preceduto alla testa dell’agenzia prima di ritirarsi in pensione ed essere poi richiamato per guidare gli ispettori a Bagdad, che più di tutti si intestardì a contrastare la decisione della Casa Bianca e dei falchi neoconservatori di attaccare l’Iraq a tutti i costi. Baradei e Blix insistettero per tutta la fine del 2002 che le ispezioni stavano funzionando, che non si erano trovate evidenze provate che Saddam avesse armi di distruzioni di massa, né missili per lanciarle. La loro ostinazione fu tale che, secondo quanto ha ricordato Brian Urquhart, un’autorità in materia di Onu, nella sua recensione al libro di Blix (Disarming Iraq, pubblicato negli Usa da Pantheon) apparsa sulla ”New York Review of Books”, l’allora vice segretario alla Difesa Paul Wolfowitz ordinò alla Cia di indagare sul passato di Blix alla testa della IAEA e dette in escandescenze quando ricevette un rapporto nel quale si diceva che nulla era stato trovato che potesse in qualche modo mettere in dubbio la reputazione del capo degli ispettori Onu. Wolfowitz è andato a dirigere la Banca Mondiale e Blix è tornato alla sua tranquilla vita di pensionato e scrittore di memorie. Ma El Baradei è rimasto e gli allievi ed eredi di Wolfowitz ne hanno fatto il loro principale bersaglio. John Bolton, discussa scelta di Bush per il posto di ambasciatore americano alle Nazioni Unite, che come capo negoziatore Usa per il controllo degli armamenti è stato in passato l’interfaccia del capo della IAEA, aveva detto esplicitamente che occorreva ”mettere fuorigioco” El Baradei con un’opposizione energica al rinnovo del suo mandato alla guida dell’agenzia per la terza volta. Poi Bolton è stato ridotto a più miti consigli anche perché la sua nomina, forzata fino al limite della liceità costituzionale da Bush di fronte alla resistenza del Congresso, gli aveva già procurato abbastanza guai per cercarsene altri anche sul piano internazionale. E El Baradei è rimasto dopo un incontro chiarificatore con Condoleezza Rice. La retromarcia del segretario di Stato non cancella il fatto che, per dirla con il linguaggio rude di Bolton, l’avvocato egiziano che si opponeva [...] all’attacco a Bagdad resta ”a pain in the ass”, una spina nel sedere dell’amministrazione americana. [...] El Baradei lo disse chiaramente nei giorni di ottobre del 2002 quando il dibattito all’Onu era caldissimo sulla questione irachena: ”Se non ho un mandato del Consiglio di sicurezza non riuscirò mai a svolgere il mio compito con successo. il Consiglio l’autorità suprema in materia di imposizione della pace e della sicurezza”. Quella divergenza non è venuta meno [...] Ma se il Nobel è certo una grande soddisfazione politica per l’avvocato egiziano, il riconoscimento moralmente più bello gli è arrivato [...] da quello che era stato il suo più severo critico nel dibattito sull’Iraq alle Nazioni Unite: Colin Powell. In un’intervista a Barbara Walters, l’icona del giornalismo televisivo dell’Abc, l’ex segretario di Stato ha detto: ”Sono stato io a presentare quelle informazioni (sulle presunte armi di distruzione di massa di Saddam, ndr) e questo sarà sempre parte del mio curriculum. un aspetto che continua ad addolorarmi e che su di me ha avuto un effetto devastante”. Quel giorno, ascoltando l’Abc, El Baradei forse aveva capito che un pezzo del premio Nobel lo aveva comunque conquistato» (Paolo Garimberti, ”la Repubblica” 8/10/2005).