Giorgio Tosatti, ཿCorriere della Sera 7/10/2005;, 7 ottobre 2005
«Il vero guasto commesso da chi ha voluto fare del calcio uno spettacolo televisivo (senza alcun ostacolo da parte della federazione) è assai più profondo di quanto si pensi
«Il vero guasto commesso da chi ha voluto fare del calcio uno spettacolo televisivo (senza alcun ostacolo da parte della federazione) è assai più profondo di quanto si pensi. Questo sport vive di passione, di un sentimento collettivo in cui l’individuo si annulla: quando migliaia di persone urlano insieme il nome della loro squadra e pur senza conoscersi sono accomunate dagli stessi sentimenti, il campo diventa un altare, ciascuno si sente meno solo e più forte. lì che nasce l’amore per il calcio, per la bandiera, per chi indossa la tua maglia. Lì nasce nei ragazzi la voglia di giocare, d’imitare e raggiungere i propri idoli. Distruggere tutto questo, pensare a stadi esclusivi dove magari i meno abbienti non possano mettere piede, significa tagliare le radici di questo sport. Consegnarlo alla tv, a tifosi non più uniti ma chiusi nelle loro celle individuali è togliergli l’emozione, la poesia» (Giorgio Tosatti).