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 2005  ottobre 07 Venerdì calendario

CONTINI

CONTINI Barbara Milano 22 settembre 1961. Politico. Nel 2008 eletta al Senato col Pdl, nell’agosto 2010 passò nel gruppo Futuro e Libertà fondato da Gianfranco Fini • «[...] ex governatrice di Nassiriya [...] La sua scheda alla Farnesina è di “esperto esterno di cooperazione” [...] La notorietà di Barbara risale all’Iraq quando viene scelta a sorpresa per dirigere la provincia di Nassiriya. Pugno di ferro in guanto di ferro, pare che qualche problema lo abbia creato agli italiani già da governatrice. Ma alla fine rientra in Italia con l’aura della condottiera. Si pensa di affidarle un ruolo di primo piano nella gestione del post-tsunami. Ma poi la cosa salta. I beneinformati dicono che comunque la presidenza del Consiglio, ma anche lo stesso Sandro Bondi, hanno in mente per lei un ruolo importante. La impongono ai piani alti della Farnesina, dove c’è sempre un po’ di diffidenza verso personaggi ingombranti e che tendono all’asso piglia tutto. Alla fine parte per il Sudan dove a inizio 2005 incappa nel primo passo falso: uno scontro tra le milizie janjaweed e la scorta di “incursori” dell’inviata della Cooperazione. Il secondo riguarda invece il flop della sua apparizione sanremese. Doveva tirare su un milione di euro ma arriva, per via dice lei della micragnosità degli artisti, “solo” a 250mila euro, che in vecchie lire fa pur sempre mezzo miliardo. Cosa ne sia successo non si riesce a sapere. Pare abbia cercato di metterli assieme ad altri fondi pubblici per costruire l’ospedale pediatrico dal militaresco nome di “Avamposto 55”. Ma le pastoie maledette della legge, che vietano di cumulare denari privati a fondi pubblici, la bloccano. Sono sempre i dannati burocrati della Farnesina. Gli stessi che le hanno bocciato diversi progetti definiti “irricevibili” negli uffici della cooperazione. Forse quei progetti non tenevano conto della legge 49 che regola ancora, nel bene e nel male, le procedure per evitare che ognuno faccia, in questa delicata materia, come gli pare» (Emanuele Giordana, “il manifesto” 6/10/2005).