Il Sole 24 Ore 28/08/2005, pag.38 Leo Longanesi, 28 agosto 2005
Longanesi si difende dai suoi fan. Il Sole 24 Ore 28/08/2005. Milano. "Appena mettete il piede a Milano, v’accorgete che qui, in questa antica e nobile e immensa città, non si pensa in grande: vi accorgete che qui tutto è meschino e misero e pretenzioso come in un paese, che il bene e il male di Milano sono eguali a quelli di una grossa borgata; v’accorgerete subito che Milano è una vasta periferia industriale, che circonda un piccolo centro di paese; v’accorgerete che non vi sono più tradizioni, che non c’è più il carattere, l’ordine, il decoro, lo stile di una grande città: vi sono soltanto case, finestre, porte e insegne, e cittadini che s’affaccendano, e veicoli che corrono; v’accorgerete, senza fatica, che qui tutto è casuale, contraddittorio, slegato, abbandonato, senza una guida, senza un criterio, senza un motore centrale
Longanesi si difende dai suoi fan. Il Sole 24 Ore 28/08/2005. Milano. "Appena mettete il piede a Milano, v’accorgete che qui, in questa antica e nobile e immensa città, non si pensa in grande: vi accorgete che qui tutto è meschino e misero e pretenzioso come in un paese, che il bene e il male di Milano sono eguali a quelli di una grossa borgata; v’accorgerete subito che Milano è una vasta periferia industriale, che circonda un piccolo centro di paese; v’accorgerete che non vi sono più tradizioni, che non c’è più il carattere, l’ordine, il decoro, lo stile di una grande città: vi sono soltanto case, finestre, porte e insegne, e cittadini che s’affaccendano, e veicoli che corrono; v’accorgerete, senza fatica, che qui tutto è casuale, contraddittorio, slegato, abbandonato, senza una guida, senza un criterio, senza un motore centrale. Capite che Milano è un grosso corpo senza testa" (La scala del sindaco, "il Tempo di Milano", 10 ottobre 1950, in Fa lo stesso).