Varie, 3 ottobre 2005
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EMERSON Ferreira da Rosa Pelotas (Brasile) 4 aprile 1976. Calciatore. Con la Roma vinse lo scudetto del 2001, con la Juve quelli revocati del 2005 e 2006, col Real Madrid la Liga del 2007 (tutti e quattro i titoli con Fabio Capello in panchina), ha giocato anche nel Milan • «Fosse un fumetto, sarebbe l’uomo invisibile
EMERSON Ferreira da Rosa Pelotas (Brasile) 4 aprile 1976. Calciatore. Con la Roma vinse lo scudetto del 2001, con la Juve quelli revocati del 2005 e 2006, col Real Madrid la Liga del 2007 (tutti e quattro i titoli con Fabio Capello in panchina), ha giocato anche nel Milan • «Fosse un fumetto, sarebbe l’uomo invisibile. Quello che si fa sentire (eccome...) ma non si vede mai. Lo chiamano il Puma, da sempre. E una ragione ci dev’essere e infatti c’è. Come il grande felino sudamericano, Emerson non fa rumore, raramente si fa notare, lavora nell’ombra. Non è il giaguaro, vistoso nel suo mantello a chiazze. il puma, discreto anche nel ”vestire”. [...]» (Paolo Forcolin, ”La Gazzetta dello Sport” 18/10/2005) • «Ha cancellato il prototipo del brasiliano, dribbling e calcio-samba. Lui è lo sgobbone: più fatica che show. Ramazza palloni e sta alla larga dai colpi di tacco. Una vita da mediano. Piace a Capello che ama la concretezza e aveva fatto del giocatore una sorta di allenatore in campo già alla Roma. Moggi ha sostenuto con la Roma una battaglia senza esclusione di colpi pur di portarlo alla Juve» (’La Stampa” 19/11/2004) • «9 novembre 2003: sala stampa dell’Olimpico. Parla Fabio Capello. ”Emerson è il centrocampista più forte del mondo, ma per non esagerare dico che è fra i primi tre”. Perché tante lodi? Diciamo per potenza fisica, intelligenza tattica e capacità di leadership, unite ad una buona tecnica di base e discreto senso del gol (di testa o da fuori area), che ne hanno fatto anche in patria il più ”europeo” dei brasiliani. Quasi imbattibile in tackle, la sua ”ruvidità” ne ha fatto spesso il più falloso della serie A, ma raramente i suoi interventi sono da ammonizione perché risultano tattici o di ”contatto rude”. Non solo. Emerson gioca sempre, anche in precarie condizioni. [...] Inoltre è collocabile in tutti i tipi di centrocampo (anche se, in una linea a 5, finisce a ridosso delle punte e non ama farlo). Ad esempio, con Tommasi al fianco è il brasiliano a giocare a sinistra, mentre con Dacourt si sposta a destra. Con rendimento identico. In partita, poi, funge da ”allenatore”, tant’è che De Rossi ha detto di lui: ”In campo mi muove come un burattino”. Sul carattere, tutti concordi: non vuole perdere neppure in allenamento, e non a caso Scolari lo aveva nominato capitano della Seleçao. Insomma, un leader uguale e nel contempo speculare a Totti, il che (al di là della stima) ha finito per porli talvolta in frizione» (ma. cec., ”La Gazzetta dello Sport” 2/6/2004).