Giovenale, VI satira Contro le donne, citato da Roberto Gervaso, Il Messaggero 28/9/2005, 28 settembre 2005
MESSALINA
Messalina, moglie dell’imperatore Claudio. Il sovrano ogni sera carezzava seno e chiappe delle cameriere. Lei aspettava che s’addormentasse poi «indossava un mantello con cappuccio e usciva, accompagnata da una sola fantesca, preferendo un pagliericcio da bordello al suo letto in Palatino. Coi capelli nerissimi nascosti da una parrucca bionda scompariva nel lupanare tiepido, dai vecchi cortigiani, sino alla cameretta tutta sua, vuota. Sotto il falso nome di Licisca, si stendeva nuda, le tette velate da una rete d’oro, e scopriva il ventre [...]. Accoglieva i clienti con carezze e moine, e intascava il suo compenso. Poi, quando il tenutario congedava le prostitute, se ne andava triste e, non potendo fare altro, era l’ultima a chiudere la stanza. Ancora ardente col prurito del sesso, stanca eppure ancora insoddisfatta, rincasava con gli occhi pesti, sudicia del fumo della lucerna, infettando il letto imperiale con suo odore di bordello»