Fonti varie, 26 settembre 2005
Anno II - Ottantottesima settimanaDal 19 al 26 settembre 2005Mercoledì. Nel pomeriggio di mercoledì 21 settembre Domenico Siniscalco, detto Mimmo, ha tenuto una riunione a palazzo Grazioli - ufficio di Berlusconi -, poi un’altra riunione a palazzo Chigi - sede della presidenza del Consiglio -, poi una terza riunione in un luogo imprecisato (la riunione più dura di tutte), e infine ha scritto una lettera al capo del governo per comunicargli che ”era in dissenso quasi su tutto” e che si dimetteva da ministro dell’Economia e tornava a insegnare Economia politica all’università di Torino
Anno II - Ottantottesima settimana
Dal 19 al 26 settembre 2005
Mercoledì. Nel pomeriggio di mercoledì 21 settembre Domenico Siniscalco, detto Mimmo, ha tenuto una riunione a palazzo Grazioli - ufficio di Berlusconi -, poi un’altra riunione a palazzo Chigi - sede della presidenza del Consiglio -, poi una terza riunione in un luogo imprecisato (la riunione più dura di tutte), e infine ha scritto una lettera al capo del governo per comunicargli che ”era in dissenso quasi su tutto” e che si dimetteva da ministro dell’Economia e tornava a insegnare Economia politica all’università di Torino. Questo ”dissenso su tutto” è un dissenso che riguarda Fazio e la Legge finanziaria. Su Fazio: Sinsiscalco avrebbe voluto che Berlusconi sfiduciasse ufficialmente il governatore e Berlusconi non l’ha fatto e non lo vuole fare. Sulla Finanziaria: Siniscalco fa capire che ci sono pressioni per una finanziaria ”elettorale”, che cioè spenda soldi che non ci sono. E lui non è d’accordo. Siniscalco è il nono ministro di Berlusconi che lascia l’incarico. Per la successione gira soprattutto il nome del sottosegretario Vegas, molto apprezzato dal premier. L’ipotesi più probabile sembra però quella di un interim dello stesso Berlusconi.
Giovedì. Giovedì 22 settembre gli italiani apprendono con un certo stupore che il nuovo ministro dell’Economia è l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, quello che stava a quel posto prima di Siniscalco. Sentono anche - con meraviglia ancora maggiore - Fini dichiarare alla solita selva di microfoni dei giornalisti di tg che quella di Tremonti è stata una scelta sollecitata da lui stesso. Ma non era stato Fini, in una notte tempestosa dell’anno scorso, a dire ”o io o lui”, a sostenere che Tremonti truccava i conti e questo proprio per difendere Fazio che Tremonti voleva a tutti i costi buttare fuori? Poco dopo, ultimo colpo di scena: appare Berlusconi ai microfoni delle tv e dichiara: ”L’attuale Governatore della Banca d’Italia è incompatibile con la credibilità nazionale, la sua permanenza in carica non è opportuna”. Ma non è la dichiarazione che voleva Siniscalco? E perché Berlusconi non l’ha fatta il giorno prima, così evitava le dimissioni? Si risponde: quella dichiarazione l’ha pretesa Tremonti, senza quella dichiarazione Tremonti non avrebbe accettato di tornare a fare il ministro. Ma perché quando la pretendeva Siniscalco niente e quando l’ha pretesa Tremonti okay?
Venerdì. Venerdì 23 settembre Fazio e Tremonti sono in America, alla riunione del Fondo Monetario Internazionale. Si tengono a distanza uno dall’altro, c’è stato un’iradiddio al Four Seasons di Georgetown per cambiare all’ultimo minuto l’appartamento di Tremonti che altrimenti avrebbe dovuto dormire sotto lo stesso tetto di Fazio. I due, quando devono per forza star seduti vicini, mettono in mezzo il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, il quale sorride mesto alle telecamere che a questo punto lo inquadrano in pieno, con i due ai lati. I grandi economisti riuniti in America mostrano di disinteressarsi del caso Fazio, insistono nel tenere una posizione di cortesia: ”E’ una faccenda italiana, la devono risolvere gli italiani”. Però Trichet, il capo della Bce (la Banca Centrale Europea), fa sapere che i governatori europei, entro una settimana o due, ”diranno qualcosa”. Sarà un parere? Sarà una condanna? Intanto è chiaro che neanche le parole di Berlusconi smuovono il governatore. Il governatore sta a Washington, si fa fotografare, ha preparato il discorso per domenica, non dà il minimo segno di imbarazzo. A chi lo interroga risponde con due frasi: ”Non mi sono macchiato di alcuna colpa” e ”Il tempo è galantuomo”. Su un altro tavolo, Tremonti lo sbeffeggia facendone addirittura l’imitazione, poi però annuncia che si è stancato di parlarne. Quello che gli italiani vorrebbero sapere è almeno se si sta assistendo a un grande dramma o a un piccola farsa. Nel grande dramma, i framassoni di tutto il mondo, gli anticlericali, i nemici di Roma e del papa stanno dando l’assalto alla Chiesa attraverso la conquista delle sue banche (Antonveneta). Fazio, con la figlia monaca, è l’ultimo baluardo della cristianità e resiste perché dietro di lui gli uomini dell’Opus Dei, la massoneria cattolica tanto potente che alla messa in memoria del suo fondatore va pure Veltroni (la settimana scorsa), manovrano e si battono in una partita a scacchi che dura da cinque secoli (Lutero). Siniscalco alimenta questa interpretazione dicendo agli amici che, mentre cresceva l’opposizione a Fazio, lui percepiva il gonfiarsi di una ”cosa” che non sapeva definire, un potere occulto, una rete di amicizie e colleganze potenti... Questa sarebbe la trama del dramma. Ecco invece la trama della farsa: Fazio, che da quando c’è la Bce conta poco, difende strenuamente il proprio piccolo potere sulle banche italiane. La Lega lo sostiene perché spera di far soldi con la sua Banca del Nord (che Fazio gli ha salvato). Le sinistre e le destre hanno tenuto in piedi fino ad ora il governatore perché gli conveniva (Unipol, tentativo di pigliarsi il Corriere della Sera, ecc.). Il resto del mondo osserva con divertito stupore il caso di questo signore ciociaro, che non molla a nessun costo le chiavi della sua piccola bottega.
Sabato. Grosso titolo della Repubblica: ”Fazio non si arrende. Gelo con Tremonti al Fmi. Casini e Fini sfidano Berlusconi”. In che senso ”Casini e Fini sfidano Berlusconi”? Nel senso che quando il centrodestra ha riammesso Tremonti al ministero dell’Economia, lasciandogli oltre tutto la vicepresidenza del Consiglio, ha pure concordato lo svolgimento di primarie per scegliere il candidato alle elezioni. Berlusconi, che grida, ma alla fine accorda agli alleati tutto quello che vogliono, ha accettato di mettersi in discussione, salvo dire poi che ”non ha paura di nessuno”, che ”le primarie fatte come le vogliono Casini e Follini costerebbero troppo” (quattrocento milioni), che l’unica strada è far votare gli eletti del Polo (cioè i consiglieri regionali, provinciali, ecc.), i quali però sono in stragrande maggioranza di Forza Italia. Il Foglio ieri ha fatto questo titolo (che riassume tutto): ”Com’è lungo il viale del tramonto”. Ferrara e Feltri vorrebbero che Berlusconi si togliesse di mezzo e designasse lui stesso il suo successore. Casini e Follini dicono che si candideranno per la guida del centrodestra. Prodi e i suoi rendono noto un decalogo per i transfughi, e cioè una serie di regole per l’esercito di eletti del centro-destra che sta cercando rifugio nel centro-sinistra. ”Non tutti saranno accolti!”. Sgarbi? Sgarbi, sì. Intanto De Michelis, che stava con Berlusconi, si fonde con Bobo Craxi e Pannella nel Psi di Boselli e annuncia che passerà al centro-sinistra. Non immediatamente, però, altrimenti il governo Berlusconi cadrebbe e De Michelis adesso vuole andare a sinistra, ma non fino a questo punto.
Domenica. Colpo di scena a Washington: Fazio, che doveva parlare al Comitato per lo sviluppo per la Banca Mondiale, prende invece l’aereo (privato) e torna in Italia. Che cosa è successo? successo che Fazio ha diritto di parlare a nome dell’Italia solo se lo delega il governo italiano, cioè il ministro dell’Economia, cioè Tremonti. E Tremonti, invece, ha delegato a sorpresa Ignazio Angeloni, sconosciuto direttore dei rapporti finanziari internazionali del ministero dell’Economia. Non è mai successo prima ed è dunque uno schiaffo al governatore. possibile che il governo - non esistendo una via legislativa all’allontanamento di Fazio - voglia procedere per umiliazioni successive. Cioè, a sberle.
Altre notizie. Durante la settimana sono naturalmente successe anche altre cose: un nuovo uragano, detto Rita, ha toccato la Lousiana e soprattutto il Texas, provocando un esodo preventivo di tre milioni di persone e danni per 3-4 miliardi di dollari: vento a 193 chilometri orari, 16 raffinerie di petrolio su 26 danneggiate, nessun morto. In Germania si uscirà dallo stallo tra Angela Merkel e Gerhard Schröder formando un governo sostenuto sia dai democristiani che dai socialdemocratici (Groe Koalition), guidato o dal rappresentante di un partito minore oppure prima da Schröder (un anno o due), poi dalla Merkel. A Siena il cardinale Ruini è stato contestato dal nuovo gruppo di sinistra ”Farfalle rosse”: nel palazzo Chigi-Saracini, durante una cerimonia tutta lussi, una quarantina di ragazzi in maglione ha srotolato vari striscioni (tra cui ”Libero amore in libero stato”) e ha fischiato. Polemiche: un cardinale si può fischiare o no? Paolo Calissano, attore di soap opera, è finito dentro per un droga-party in cui è morta una ragazza brasiliana. Ciampi ha nominato senatori a vita Giorgio Napolitano e Sergio Pininfarina: niente Oriana Fallaci, perciò, e niente Mike Bongiorno. Valentino Rossi è campione del mondo di motociclismo per la settima volta. In Formula 1, fine dell’era Schumacher e titolo di campione del mondo al giovane Fernando Alonso.