La Repubblica 25/09/2005, pag.39 Ambra Somaschini, 25 settembre 2005
La mappa globale dei virtuosi dello spray. La Repubblica 25/09/2005. I graffiti del mondo corrono sotto terra, lungo i vagoni del metrò
La mappa globale dei virtuosi dello spray. La Repubblica 25/09/2005. I graffiti del mondo corrono sotto terra, lungo i vagoni del metrò. Oppure si mostrano alla luce, sulle superfici di cemento dei palazzi, dei treni. Riempiono il vuoto con i colori, gli impongono il tag, la firma, il segno. I writer si muovono veloci nell´illegalità, dagli Stati Uniti all´Europa, dal Sudamerica all´Africa al Giappone nella simbiosi itinerante tra vandalismo e arte. Il sindaco di New York Michael Bloomberg gli ha dichiarato guerra, creando una squadra specializzata nel dargli la caccia. «Creativi», li definisce The Independent: «Trasformano in arte il quotidiano, il triviale, i mezzi di trasporto, le facciate, i muri». Graffiti World di Nicholas Ganz (edito da Ippocampo, dal 26 settembre in libreria) è la prima carrellata globale di un fenomeno che coinvolge ormai tutti e cinque i continenti. Duemila pezzi fotografati, 180 writer, storia, tendenze, colori, tecniche. Stili da esterni impressi anche nei modi del vestire urbano. Le tecniche di graffito si chiamano tag, la firma (quella ricercata del francese Akroe), lettering, le lettere (l´americano Koner usa le più semplici), old school (l´impatto viene dai Chrom Angelz, antesignani anglofrancesi) fino al bubble, ai caratteri tondi (Cope 2, Usa) e all´incomprensibile wildstyle del tedesco Kiam 77. I disegni circolano grazie al passaparola sul web, alle riviste specializzate, alle mostre. Tra settembre e ottobre Wordless Exhibition and Lounge alla Halle 109 del Toni Areal di Zurigo; le murate di Villagegraff in Piazza del Corpus a Segovia; la Writing Session Dway Contest nel Parco Lambro, Milano; la jam Explosion in Rue des Acacias a Parigi. Tutto comincia alla fine degli anni ’70 tra New York e Philadelphia con Taki 183, Julio 204, Cat 161, Cornbread, i primi writer che tracciano tag sulle pareti di Manhattan e inventano American Graffiti. Negli ’80 i graffitari viaggiano, "firmano" i treni, contaminano il pianeta con la street-art: prime mostre ad Amsterdam, Anversa, Berlino, Madrid. Il movimento si muove a ritmo della musica hip-hop, approda in Brasile, Cile, Argentina con emblemi e figure, dipinti non solo con lo spray ma verniciati con acrilici, con colori a olio, stickers, adesivi e mascherine che esprimono immagini e parole. Negli anni più recenti il campo d´azione è diventato Internet. Il Graffiti World si è trasformato in Post Graffiti, Aerosol Art, Neo graffiti. Trent´anni fa Basquiat e Harring, oggi Os Gemeos, pixadores brasiliani, il californiano Above, il latinoamericano Binho, i californiani Seeking Heaven Crew. I francesi Akroe e Monsieur André con i logo, i berlinesi Flying Fortress. In Italia si predilige invece l´attacco ai treni (Blef e Fra 32 i graffitari più noti), in Grecia c´è il festival Chromopolis, in Spagna si è affermato il gruppo Pornostars. Ma l´espansione non è finita. «La cultura dei graffiti - spiega Ganz - si muove nel futuro verso orizzonti sempre più ampi. Si sperimentano forme nuove, si assiste al proliferare di personaggi, simboli, astrazioni, mezzi espressivi. Lo stile individuale si evolve senza vincoli attraverso adesivi, manifesti, stencil, aerografi, vernici, sculture. E raggiunge gli angoli più remoti del pianeta». Ambra Somaschini