27 settembre 2005
LEVI Ricardo.
LEVI Ricardo. Nato a Montevideo (Uruguay) il 10 aprile 1949. Giornalista. «[...] figlio del mondo [...] ben conosciuto non solo ai nostri ma pure ai giornalisti d’Europa che seguono la politica a Bruxelles. [...] storico portavoce di Prodi [...] passato ad altro ruolo nell’Unione [...] è nato da ricca famiglia modenese, è stato giornalista del ”Corriere della Sera”, ha coraggiosamente investito denaro suo in un giornale ispirato al più severo dei modelli anglosassoni, l’Indipendente, l’ha poi lasciato perché quel modello, ormai, fatica ad affermarsi pure tra gli anglosassoni, figuriamoci tra noi che non ci siamo abituati. Amico di Romano Prodi, ne è stato portavoce al tempo di Palazzo Chigi, e poi, per un breve, infelice periodo, pure a Bruxelles. Il fatto è che, benché nato giornalista, Ricky Levi i giornalisti proprio non li sopporta. Esagerando, il perfido Giancarlo Perna così ha sintetizzato il tormentato rapporto: ”Levi disprezza i colleghi per la loro chiassosa volgarità. Non hanno orari, non parlano inglese, vestono da cani”. Si pensava detestasse solo quelli italiani, ma trasferitosi con il capo a Bruxelles, s’è visto che anche con il comparto internazionale la relazione stentava a carburare. Anzi, andava di mese in mese peggiorando. I più aggressivamente perfidi si rivelarono i giornalisti inglesi, doloroso paradosso per uno come Levi, che a loro s’era ispirato fondando l’’Indipendente”. A Bruxelles, dunque, Ricky Levi fu costretto a cambiare lavoro, trasferendosi al prestigioso Gopa, una cosiddetta cellula di riflessione. Riflettendo riflettendo, il Gopa e Ricky Levi elaborarono il progetto Penelope, una sorta di Costituzione europea ”ombra”. L’imponente documento non sembra aver lasciato traccia nella storia della Ue, ma ha avuto comunque il merito (o demerito, dipende dai punti di vista) di irritare ferocemente Giscard d’Estaing, impegnato con la Costituzione vera. Si ignora se, dopo l’incidente, i rapporti tra Prodi e Giscard abbiano recuperato il calore di un tempo. Certo è invece che i giornalisti di Bruxelles non hanno dimenticato Ricky Levi. Due di loro, uno in forza a ”Le Monde” e l’altro a ”Liberation”, l’hanno affettuosamente ricordato in un libro [...]: ”Come mai, dopo il primo anno e il cambio del portavoce, l’immagine di Romano Prodi a Bruxelles migliora sensibilmente?” s’interrogano maligni i due francesi. Lasciatesi alle spalle i maldisposti cronisti europei, affidata a Silvio Sircana la cura di quelli italiani, [...] l’elegante, colto e cosmopolita sodale di Romano si avvia a conoscere una terza vita. [...]» (Maria Latella, ”Corriere della Sera” 26/9/2005).