Varie, 27 settembre 2005
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Krens Thomas
• New York (Stati Uniti) 26 dicembre 1946. Critico d’arte • «[...] guru del mondo dell’arte contemporanea [...] Dopo avere diretto per diciassette anni il museo Guggenheim di New York [...] è costretto a lasciare il posto alla sua curatrice-capo Lisa Dennison. ”Sotto la direzione di Krens la Guggenheim Foundation si è sviluppata fino a diventare una organizzazione molto diversa rispetto a quella che era quando è arrivato lui nel 1988”, ha dichiarato William Mack presidente della Fondazione. Se Krens è stato allora così bravo a trasformare il museo da luogo dell’arte in una fucina non solo di mostre, ma di capitali, se con la sua politica espansionistica il Guggenheim si è clonato e oltre a quella di New York e Venezia, ha aperto nel 1997 la sede di Bilbao con il progetto stellare di Frank Gehry, e poi la Deutsche Berlin e il Guggenheim-Hermitage Museum al Venitian Hotel di Las Vegas, se le sedi del museo vengono visitate ogni anno da una media di due milioni e mezzo di spettatori, viene da chiedersi perché all’improvviso gli abbiano tolto lo scettro. [...] Peter Lewis, ex-presidente della fondazione, ma soprattutto contribuente numero uno del museo, aveva chiesto la testa di Krens. La motivazione era che il direttore si occupava più di costruire un impero che di programmare e gestire il budget. Nel braccio di ferro tra capitale e cervello, sembrava che una volta tanto avesse vinto il secondo. Lewis, visto che il suo ultimatum non aveva avuto risultati, si era dimesso dal consiglio di amministrazione, e aveva promesso di non cacciare più un soldo. E come avrebbe potuto andare avanti la bella rotonda di Frank Lloyd Wright, ridotta già in cattivo stato con tutti i muri esterni scrostati e come avrebbero potuto i duecento dipendenti sopravvivere? In superficie la situazione sembrava essere tornata stazionaria, finché [...] è esploso il comunicato secco del consiglio di amministrazione. [...] Come sempre succede in queste occasioni, il fatto che Krens sia stato silurato dalla direzione della sede di New York, è stato mascherato con una promozione. Rimarrà come direttore artistico di tutte e cinque le sedi del museo. Cosa vuol dire in termini pratici? Vuol dire che potrà continuare a tenere i suoi rapporti ad alto livello, potrà continuare a sviluppare in maniera tentacolare l’attività del museo aprendo nuove sedi a Hong Kong, Singapore, Guadalajara, ma le mostre sarà Lisa Dennison a deciderle. [...]» (Fiamma Arditi, ”La Stampa” 27/9/2005).