Guido Ceronetti, Altrove - La Stampa 20/9/2005, 20 settembre 2005
"Come molte delle opere di Beckett, Finale di partita mette in scena una fine che non può pervenire a un termine: una fine infinitamente protratta
"Come molte delle opere di Beckett, Finale di partita mette in scena una fine che non può pervenire a un termine: una fine infinitamente protratta. Qualunque sia la natura della fine nella visione di Beckett, essa si trascina all’infinito. Questa incapacità dell’età cristiana di pervenire a una fine di ciò che è già finito - la fede nella redenzione, nell’umanismo, nella storia, nel progresso, nell’uomo - è un’ulteriore dimensione del nichilismo. La parola nihil - in latino: nulla - può riferirsi al fatto che qualcosa, pur essendo finito, continua a trascinarsi stancamente" (Robert Pogue Harrison, Foreste, Garzanti 1992)