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 2005  settembre 29 Giovedì calendario

Le 10 necessità dell’abbigliamento maschile. Panorama 29/09/2005. E’ solo l’armadio con i suoi cassetti a definire con certezza l’ eleganza di un uomo

Le 10 necessità dell’abbigliamento maschile. Panorama 29/09/2005. E’ solo l’armadio con i suoi cassetti a definire con certezza l’ eleganza di un uomo. Parola di Angelo Bucarelli, critico d’ arte vincitore del premio ”Arbiter” di Fedarabbigliamento, quale uomo più elegante dell’ anno. Ecco i suoi consigli. 1) Uso e disinvoltura. Per quanto sofisticato ed elaborato il guardaroba dell’ uomo elegante non può essere nuovo, mai. Una recente statistica sostiene che le donne over 40 danno il meglio di se. Il guardaroba maschile ha un po’ la stessa regola, deve, con sicurezza e discrezione, mostrare di essere vissuto. 2) Le scarpa, il grande tema dell’ eleganza maschile, l’ accessorio dove finalmente lui si può esprimere sino ad averne 50, forse cento o forse una. Spesso uguali o quasi. Fatte su misura o acquistata dallo ”scarparo” (espressione attribuita ad Anna Falchi). Obbligatorio un paio di tasselloafer di camoscio appena scuro, se possibile meglio di Alden (Usa). Un decolté nero opaco con il fiocco teso e tacco bassissimo per definire lo smoking. Delle slippers inglesi in velluto nero o scuro con nappine o cifre ricamate discretamente in tinta per la sera anche fuori. 3) La pochette. In lino irlandese sottile bianco, orlo invisibile fatto a mano, per tutte le giacche. Mai colorata! E mai la cravatta ripiegata nel taschino. 4) La giacca. Almeno una in tweed scozzese ingentilito con cachemire, spinato o a quadri tone-sur-tone. Colore autunno, anche vivo, con un’ ombra gentile di liso al polso e dietro al collo. Di taglio appena segnato, con poca struttura e spacchi sul dietro. Bottoni d’ osso e asole vere. Per lo smoking giacca bianca e nera a un petto. 5) I pantaloni. Tra classici e meno, colorati e non, per la casa e l’ intimità, un paio di seta naturale cruda, taglio largo e cadente da portare con camicia scamiciata, ma anche a torso nudo, se è il momento, per esaltare, appunto con ”eleganza”, la propria mascolinità. 6) Calzini. Il capo della trasgressione. Sempre in discreta sintonia con il colore dei pantaloni per Davide Crof, presidente di successo della Biennale di Venezia, uomo raffinato. Non deve mancare un paio a righe orizzontali larghe di colori impossibili. 7) La camicia. Ne servono tante, magari tutte uguali bottondown, tagliate dalla propria camiciaia (e non comprate in America come Walter Veltroni) con la riga della propria passione. 8) Gemelli. Immancabili, non necessariamente preziosi, mai vistosi, sempre curiosi, creativi, colti e intelligenti. Un contrappunto. 9) L’ orologio. Accessorio difficile e tentatore di esagerazioni (per favore senza troppi tempi lunari), simbolo iniziatico del maschietto tra prima comunione e matrimonio. 10) il capo ”do not even think about” (’non pensarci nemmeno” citazione dalla segnaletica stradale della città di New York a proposito di divieto di parcheggio davvero impossibile): una camicia a righe diagonali, capo sempre più in uso nelle classi basse e muscolose alla ricerca disperata e vistosa di imitare quelle più sopra. Angelo Bucarelli