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 2005  settembre 10 Sabato calendario

Compie novant’anni nel braccio della morte. Corriere della Sera 10/09/2005. Washington. Il penitenziario di Eyman, a Florence in Arizona, festeggia oggi il novantesimo compleanno di Viva Leroy Nash, il più vecchio condannato a morte degli Stati Uniti

Compie novant’anni nel braccio della morte. Corriere della Sera 10/09/2005. Washington. Il penitenziario di Eyman, a Florence in Arizona, festeggia oggi il novantesimo compleanno di Viva Leroy Nash, il più vecchio condannato a morte degli Stati Uniti. Nella cella dove la direzione ha installato una tv, un privilegio senza precedenti, il secondino gli porterà una torta con le candeline e i biglietti di auguri dei 127 compagni che come lui aspettano di andare al patibolo. Ci sarà anche una amichevole lettera di John Johnson, docente di diritto all’ Università, con cui Nash corrisponde da un decennio. Tutti segni secondo Richard Rossi, altro inquilino del braccio della morte di Eyman, che l’Arizona non intende giustiziare il nonagenario condannato, ma lasciare che la natura faccia il suo corso. Dopo 22 anni nell’ anticamera del boia – venne condannato nel 1983 – Nash dovrebbe morire nel suo letto. In una email, Rossi ha attribuito i continui rinvii della esecuzione di Nash prima ai suoi ricorsi in appello, poi a un ripensamento delle autorità dell’Arizona. Nel 2004 in Alabama, ha ricordato, venne giustiziato James Barney Hubbard, di 74 anni, sofferente di demenza senile, e la reazione popolare in America fu estremamente negativa. «Si resero conto – ha scritto – che uccidere un uomo a 90 anni sarebbe orribile, il mondo intero protesterebbe». Nash, ha precisato, non cammina più da solo, ogni due giorni deve essere portato di peso a fare la doccia, e andrebbe alla morte su una sedia a rotelle. In Arizona, inoltre, la Corte suprema ha sospeso le esecuzioni ordinate da un singolo giudice, come nel caso di Nash, anziché da una giuria. La vicenda potrebbe decidere la sorte di altri 110 condannati a morte ultrasettuagenari negli Stati Uniti. Viva Leroy Nash non nega di essere colpevole. La sua biografia è quella di un incallito criminale. Nato nello Utah nel 1915, fuggì da casa, armato, durante la Grande depressione degli «anni Trenta («Non avevamo da mangiare», spiega) per commettere una serie di rapine. Catturato prima della seconda guerra mondiale e condannato due volte all’ergastolo, riuscì a evadere nel 1982, quando aveva ormai 67 anni, e a raggiungere Phoenix, la capitale dell’Arizona. Entrò in un negozio di numismatica, e ne uccise Gregory West, il proprietario, con tre colpi di pistola. Un altro negoziante, il più vicino, diede l’allarme, e lo fermò con il fucile in mano. La polizia sopraggiunse mentre i due si affrontavano e lo riportò in carcere. Al processo, il giudice lo condannò a morte. Ennio Caretto