MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 26 settembre 2005
Sindrome da comunicazione. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra sostiene che un utilizzo eccessivo dei comuni sistemi di comunicazione può causare danni irreparabili al cervello e un drastico abbassamento del quoziente d’intelligenza
Sindrome da comunicazione. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra sostiene che un utilizzo eccessivo dei comuni sistemi di comunicazione può causare danni irreparabili al cervello e un drastico abbassamento del quoziente d’intelligenza. I danni, ha spiegato Glenn Wilson, responsabile dello studio, sono ancora più vistosi di quelli tipici prodotti dall’uso smodato della cannabis. «I sintomi che dovrebbero far scattare il campanello d’allarme», ha commentato l’esperto londinese, «sono la stanchezza (quella interminabile, che non si riesce a eliminare neppure con il riposo) e l’incapacità di concentrarsi nel lavoro o nello studio». La ricerca, che ha preso in esame un campione di 1.100 volontari, ha dimostrato che la maggior parte dei ”tecnodipendenti” ha avuto, in media, un calo del proprio quoziente di intelligenza pari a 10 punti. «La cosa più allarmante», ha spiegato Wilson, «è data dal fatto che non si è neppure voluto tener conto di quanto un abuso dei sistemi di comunicazione, in particolare di quelli istantanei (e-mail, chat, forum ma anche sms e mms), possa stravolgere le relazioni sociali di ognuno di noi. Il 50% degli intervistati, ad esempio, interrompe senza problemi pranzi e conversazioni per rispondere al telefono o dedicarsi alle relazioni digitali». Per il 33% delle persone un comportamento del genere è normale e considerabile «indice di diligenza ed efficienza». Diversa tuttavia l’opinione del dottor Wilson che considera questo modo di fare indice di «un pensiero confuso» che, a lungo andare, condurrà a un progressivo impoverimento delle prestazioni professionali.