MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 26 settembre 2005
Trentadue anni fa, esattamente il 3 aprile 1973, nasceva il primo telefono cellulare. Quel giorno di primavera, a New York, il ricercatore Martin Cooper scese in strada a Manhattan e digitò dal suo apparecchio Dyna-Tac il numero del suo grande rivale, Joel Engel, direttore di ricerca ai Bell Labs
Trentadue anni fa, esattamente il 3 aprile 1973, nasceva il primo telefono cellulare. Quel giorno di primavera, a New York, il ricercatore Martin Cooper scese in strada a Manhattan e digitò dal suo apparecchio Dyna-Tac il numero del suo grande rivale, Joel Engel, direttore di ricerca ai Bell Labs. E gridò: «Noi alla Motorola ce l’abbiamo fatta, la telefonia è una realtà». L’ultrasettantenne Martin Cooper oggi è più attivo che mai e lavora in California, alla società Arraycomm, che produce tecnologie avanzate per telefonia cellulare e Internet. L’età media dei dirigenti è 33 anni. Il Dyna-Tac pesava un chilogrammo e mezzo, era grande come una scatola da scarpe e non aveva alcun display. Un peso massimo, goffo e ingombrante. Ma fu, a tutti gli effetti, il progenitore dei piccolissimi e leggerissimi cellulari d’oggi. Insomma, il telefonino ha un padre, con tanto di nome e cognome: non è il frutto di un’anonima ricerca d’équipe. «Da sempre», racconta Cooper, «ho pensato che mi sarei occupato di tecnologia: a otto anni ipotizzai un treno che funzionasse a levitazione magnetica, destinato a viaggiare in condotti privi d’aria». Si laurea all’Illinois Institute of Technology. Va a lavorare alla Teletype Corporation, che lascia dopo un solo anno: troppo ”burocratica” per il suo geniale dinamismo. Ambiente molto più favorevole lo trova invece in Motorola, dove rimane per 29 anni. Racconta: «Dopo l’aprile 1973 occorsero sette anni per assegnare le frequenze e alla fine valutammo le potenzialità commerciali del prodotto. Il servizio cominciò nel 1983, anche se ci vollero altri sette anni per avere un milione di utenti». La concorrenza fu una delle spinte più forti, ma forte fu anche la fiducia nella nuova idea. «Ricordate i costi dei primi cellulari?», conclude. «Nel 1983, con i portatili in vendita a 3.500 dollari (30 volte il valore attuale) era difficile ipotizzare un mercato come quello oggi esistente».