Luca Calamai, ཿLa Gazzetta dello Sport 23/9/2005;, 23 settembre 2005
«Ai miei tempi il fallo da ultimo uomo non era punito con l’espulsione. Tentare di dribblare l’ultimo difensore voleva dire rischiare trenta giorni di gesso
«Ai miei tempi il fallo da ultimo uomo non era punito con l’espulsione. Tentare di dribblare l’ultimo difensore voleva dire rischiare trenta giorni di gesso. Ricordo un Inter-Brescia, con Adriano lanciato in contropiede e il difensore del Brescia che rinculava per evitare il contatto. L’espulsione è una minaccia seria. Che inibisce il difensore. Quando ero nel Cagliari, avevo come compagno di squadra il signor Miguel Longo, difensore centrale, argentino. Prima dell’inizio di ogni partita tirava una riga vicino alla nostra porta e diceva: ”Chi passa questa linea rischia dai venti ai trenta giorni di ospedale”. Una volta urlò in faccia a un avversario, Combin: ”Se passi questa linea ti rompo...”. Combin la superò e Longo lo ruppe proprio nel punto che gli aveva indicato» (Gigi Riva).