MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 26 settembre 2005
La teoria del Grande Sboccio. Uno studio condotto da psicologi e genetisti americani sostiene che i fiori, nel corso dei millenni, hanno sviluppato odori, colori e forme particolari con il preciso scopo di compiacere gli esseri umani, e rafforzare così la propria strategia riproduttiva
La teoria del Grande Sboccio. Uno studio condotto da psicologi e genetisti americani sostiene che i fiori, nel corso dei millenni, hanno sviluppato odori, colori e forme particolari con il preciso scopo di compiacere gli esseri umani, e rafforzare così la propria strategia riproduttiva. Che il mondo vegetale, a differenza di quello minerale, fosse vivo e in grado di comunicare con quello animale, era noto. Ma la ricerca della Rutgers State University, New Jersey, subito ribattezzata ”Big Bloom Theory”, la teoria del Grande Sboccio, dimostrerebbe che la ”co-evoluzione” tra fiori e uomini è basata sulla ricompensa emotiva che i primi riservano ai secondi. I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti, regalando fiori o cioccolatini al medesimo campione di persone, oppure fiori a sconosciuti che prendevano l’ascensore, o fiori alla stessa gente per un prolungato periodo di tempo, studiandone le reazioni. La teoria che hanno ricavato è che l’uomo ha una preferenza estetica per cose che crescono, come fiori e piante, collegandole inconsciamente all’esperienza dei propri antenati preistorici, quando un campo di fiori poteva essere indice di una terra più fertile, dunque migliore per seminare e avere abbondanza di cibo. Poiché un cavolfiore non suscita lo stesso effetto positivo di una rosa, altri elementi contribuirebbero alla predilezione umana per i fiori: l’odore, il colore, la simmetria della forma. L’idea che i fiori, nel corso dell’evoluzione, abbiano sviluppato queste qualità per compiacere l’uomo, dicono gli scienziati della Rutgers University, è simile a quella del lupo diventato cane e di altri animali selvatici che si sono poco per volta addomesticati.