La Repubblica 01/09/2005, 1 settembre 2005
Sporcaccioni. «Cosa c’è di più allettante, per i vecchi sporcaccioni, delle fantasie su un mondo di fanciulle caste e pure, rinchiuso in un severo collegio molto delabré, senza contatti con l’esterno, dove istitutrici e direttrice incrudelite dall’età e dallo zitellaggio girano il disordinato giardino tenendo al guinzaglio cagnacci famelici e ringhianti? Come evitare ai suddetti affannati guardoni stordimenti e deliqui se poi queste fanciulle, e le stesse istitutrici, intrecciano tra loro passioni lesbiche che, come si sa, sono tra i temi più ricorrenti della pornografia alta e bassa, sin dai tempi settecenteschi della Pamela di Richardson?» (Natalia Aspesi, recensione al film L’educazione fisica delle fanciulle)
Sporcaccioni. «Cosa c’è di più allettante, per i vecchi sporcaccioni, delle fantasie su un mondo di fanciulle caste e pure, rinchiuso in un severo collegio molto delabré, senza contatti con l’esterno, dove istitutrici e direttrice incrudelite dall’età e dallo zitellaggio girano il disordinato giardino tenendo al guinzaglio cagnacci famelici e ringhianti? Come evitare ai suddetti affannati guardoni stordimenti e deliqui se poi queste fanciulle, e le stesse istitutrici, intrecciano tra loro passioni lesbiche che, come si sa, sono tra i temi più ricorrenti della pornografia alta e bassa, sin dai tempi settecenteschi della Pamela di Richardson?» (Natalia Aspesi, recensione al film L’educazione fisica delle fanciulle)