MACCHINA DEL TEMPO LUGLIO 2005, 26 settembre 2005
Hitler e i soldi. Nel suo libro Hitler’s Volkstaat. Raub, Rassenkrieg und nationaler Sozialismus (Lo Stato popolare di Hitler
Hitler e i soldi. Nel suo libro Hitler’s Volkstaat. Raub, Rassenkrieg und nationaler Sozialismus (Lo Stato popolare di Hitler. Rapina, guerra razziale e socialismo nazionale), lo storico Goetz Aly sostiene che l’Olocausto verrà compreso fino in fondo solo quando si capirà che è stato «la più grande rapina di massa della storia moderna». «Tra il 1939 e il 1945 – dice Aly – due terzi del bilancio del Terzo Reich furono coperti attraverso l’esproprio degli ebrei e il saccheggio dai paesi occupati. I soldati al fronte furono istruiti al saccheggio di materie prime, beni industriali e cibo». Il tutto venne mimetizzato con la complicità ”tecnica” degli esperti finanziari della Reichsbank e andò a vantaggio di milioni di tedeschi, il cui tenore di vita sotto il nazismo si alzò sensibilmente, favorendo quindi il consenso generale al regime. Intanto il ricercatore Klaus Dieter-Dubon ha spiegato a The Guardian di aver rintracciato negli archivi di Monaco prove che Hitler fu un grande evasore fiscale, sia prima che dopo l’ascesa al potere. Quando divenne cancelliere (1933), Hitler aveva già accumulato un debito di 400 mila marchi (circa sei milioni di euro), che venne cancellato grazie a un accordo ”mirato” con il ministero delle Finanze.