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 2005  marzo 24 Giovedì calendario

Il morbo di Gehrig, detto anche Sindrome Laterale Amniotrofica (Sla), è una malattia che colpisce i motoneuroni, cellule nervose che controllano la mobilità muscolare (porta alla paralisi e alla morte)

Il morbo di Gehrig, detto anche Sindrome Laterale Amniotrofica (Sla), è una malattia che colpisce i motoneuroni, cellule nervose che controllano la mobilità muscolare (porta alla paralisi e alla morte). Appena seimila malati in Italia, colpisce invece con particolare frequenza tra i calciatori: tra i casi più famosi quelli di Gianluca Signorini, bandiera del Genoa, scomparso nel 2002 a 42 anni; Lauro Minghelli, morto trentunenne nel febbraio 2004 (aveva giocato nel Torino e nell’Arezzo, è noto soprattuto per la testimonianza dell’amico Serse Cosmi); Adriano Lombardi, alle spalle 18 campionati professionistici (Como, Avellino ecc.). Un’indagine del professor Adriano Chiò dell’ospedale Molinette di Torino su un archivio di 7000 nomi (fornito non dalla Federcalcio ma dalle figurine Panini) fa quattro ipotesi riguardo all’iperdiffusione della Sla tra i calciatori: 1) l’esercizio fisico prolungato e intenso prepara il corpo alla malattia; 2) il corpo è preparato alla malattia da certi traumi caratteristici del football (lesioni a tendini e muscoli, i microtraumi provocati dai colpi di testa); 3) i farmaci a cui si fa ricorso per recuperare più presto avvelenano il corpo e alla lunga fanno insorgere il morbo; 4) la causa di tutto potrebbero essere gli erbicidi e i disinfestanti presenti sul campo di gioco. Lou Gehrig fu uno dei più grandi giocatori della storia del baseball, prima base dei New York Yankees, morì non ancora trentottenne nel 1941: per decenni ha detenuto il record di partite consecutive nella Mlb (2130 in 14 anni, battuto nella seconda metà degli anni Novanta da Cal Ripken jr.). Ha chiuso la sua carriera il 4 luglio del 1939, Festa dell’Indipendenza, dicendo ai 61.000 spettatori stipati nello Yankee Stadium di essere «l’uomo più fortunato sulla faccia della terra». La sua storia è raccontata nel celebre film di Sam Wood L’idolo delle folle (Yankee’s pride), interprete Gary Cooper. Domenica 10 aprile 2005 il Wall Street Journal ha pubblicato per la prima volta le lettere che Lou Gehrig scrisse al suo medico, Paul O’Leary, che gli aveva nascosto le vere conseguenze della malattia (gli aveva dato il 45 per cento di possibilità di sopravvivere). In una di queste lettere, il giocatore scrisse: «Il mio pollice e il mio dito sinistro medio penzolano, il polso si piega solo con il massimo sforzo. Nelle ultime tre notti la mia gamba sinistra saltava nel letto». Sottoposto a due trattamenti sperimentali (iniezioni di istamina e di Vitamina E), aveva avuto piccoli miglioramenti, presto scomparsi. Cinque mesi prima di morire, nel gennaio del ’41 scrisse: «Ogni giorno diventa più difficile e non so dire quanto a lungo potrò reggere. Non voglio essere pessimista, ma uno non può fare a meno di chiedersi quanto durerà. Mi piacerebbe ricevere una tua nota sulle percentuali di recupero proporzionale, ma capisco quanto sia difficile. Non pensare che sia depresso o pessimista sulle mie condizioni attuali. Intendo tenere duro fino a quando sarà possibile. Se poi arriverà l’inevitabile, lo accetterò filosoficamente, sperando nel meglio. E’ tutto quello che possiamo fare».